Salvatore Parolisi avrebbe ucciso la moglie Melania Rea per soldi. Non per guadagnarli ma per non perderli. E’ questa la nuova presunta pista che gli inquirenti della Procura di Teramo starebbero vagliando con sempre maggiore attenzione al punto di effettuare accertamenti patrimoniali sulla figura del caporalmaggiore del 235° Reggimento Piceno.
Ad approfondire questa ipotesi è stato anche Il Giornale che in un articolo rivela come tra i beni economici posseduti dal presunto uxoricida ci sia anche un conto bancario intestato soltanto a lui presso una banca di Frattamaggiore, la città dove vivono i suoi genitori. Lì, Parolisi avrebbe conservato, a quanto pare senza che la moglie ne fosse a conoscenza, circa centomila euro.
Missioni all’estero – La cospicua somma di denaro costituirebbe gli introiti delle missioni all’estero – nello specifico nei Balcani e in Afghanistan – a cui l’indagato ha partecipato come membro dell’esercito italiano.
Melania dunque potrebbe essere rimasta vittima nella morsa fatta dalla presenza, sempre più centrale nella vita del marito, di Ludovica Perrone, l’ex allieva e amante di Parolisi, e dall’attaccamento eccessivo al denaro che avrebbe contraddistinto quest’ultimo.
In una telefonata intercettata dagli investigatori lo scorso 9 maggio il presunto assassino parla alla Perrone del bisogno di valutare con attenzione la possibilità di chiedere il divorzio poiché, avendo deciso per la comunione dei beni con Melania, questo porterebbe la moglie a mettere le mani su parte del proprio ‘tesoretto‘.
In quelle stesse conversazioni, Ludovica, accecata dalla gelosia e dal desiderio di non essere più soltanto un’amante clandestina intima a Parolisi di decidersi una volta per tutte a farla finita se non vuole rischiare di perderla per sempre. Sono le settimane in cui la Perrone non mostra più di essere disponibile a essere paziente. Parolisi, dal canto suo, si sarebbe così trovato tra l’esigenza di ‘risolvere‘ il proprio matrimonio e quella di preservare i propri risparmi che considerava solo suoi.
S. O.