Francia e Germania: i ricchi vogliono essere tassati per uscire dalla crisi

C’è chi litiga per un contributo di solidarietà oltre i 90 mila euro annui e chi, invece, è disposto a pagare più tasse per uscire da questa crisi senza precedenti. E mentre la manovra correttiva italiana viene rivista per l’ennesima volta con l’epurazione del superprelievo sui redditi alti, un gruppo di tedeschi chiede al governo guidato da Angela Markel di alzare le imposte a loro carico per i prossimi due anni. “Nessuno di noi è ricco quanto Warren Buffet o Liliane Bettencourt. Siamo professionisti, avvocati, insegnanti. Abbiamo ereditato la nostra fortuna e non abbiamo bisogno di tutto questo denaro per vivere”, ha detto Dieter Lehmkuhl, fondatore del movimento, al quotidiano Guardian. Lehmkuhl è convinto che con questo sforzo si potrebbero aiutare i conti pubblici e “fermare il divario tra ricchi e poveri”, grave freno alla ripresa che non c’è.

Il gruppo tedesco. Secondo le stime del gruppo di facoltosi pronti a tassarsi, definito “ricchi per una tassa di proprietà”, il loro ‘contributo di solidarietà’ potrebbe portare circa 100 miliardi di euro nelle casse nazionali tedesche. Tutto ciò con un versamento del 5% in più rispetto alle imposte pagate oggi (circa il 42%) e per soli due anni. “Alla Merkel diciamo di fermare i tagli che colpiscono le classi più povere. Andiamo a prendere il denaro dove c’è”, cioè nelle tasche di chi guadagna più di 500 mila euro.

Il resto d’Europa. Sembra che l’esempio tedesco non sia un caso isolato, sulla scia della proposta di Warren Buffet, che nei giorni del declassamento Usa aveva proposto più tasse per i più abbienti.
Liliane Bettencourt, la donna più ricca della Francia, si è proclamata favorevole a tale evenienza, contagiando altri 15 miliardari pronti a sacrificare una fettina del loro reddito per far uscire il Paese transalpino dalla crisi. In una lettera a Nicolas Sarkozy hanno chiesto, infatti, di pagare di più e il presidente francese non pare aver preso alla leggera la proposta, visto che sta pensando di introdurre un ‘contributo speciale’ del 3% per i prossimi due anni a carico di chi guadagna più di mezzo milione di euro. Cosa che, però, non è piaciuta al suo stesso partito. Anche la Spagna non starebbe trascurando quest’ipotesi. Il candidato Alfredo Pérez Rublacaba, socialista, se vincesse le elezioni di novembre, avrebbe l’intenzione di reintrodurre una tassa sugli asset per tre anni.
D’altra parte, cosa rappresenta un contributo intorno al 3%, o al 5%, rispetto ai mancati profitti che la crisi sta facendo registrare? In Paesi dove le dichiarazione dei redditi hanno ancora un significato, nulla. Ma dove queste hanno solo un valore formale sarebbe complicato anche trovarli tali contribuenti. Salvo patrimoniali e controlli incrociati.

M.N.