Manovra, mancano 5 miliardi. Nuove tensioni sulle pensioni

Roma – Le nuove misure decise nel vertice Pdl – Lega non bastano. C’è un buco da quasi 6 miliardi. Berlusconi: “Ma Giulio ci aveva garantito su tutto“. La Lega stoppa nuovamente il governo sulle pensioni.

Mancano 5 miliardi – Berlusconi aveva mostrato tutta la soddisfazione a seguito del vertice Pdl – Lega, che con le sue decisioni ha reso la manovra “più equa e sostenibile”, per usare le parole dello stesso premier.
Ma tutto ciò non basta. Secondo la Ragioneria dello Stato, le entrate previste con le nuove misure post-vertice lascerebbero un buco di circa 6 miliardi di euro rispetto alla manovra varata il 12 agosto.
Sono necessarie quindi nuove modifiche alle modifiche già apportate alla manovra varata dal Consiglio dei Ministri.
Se ci ritroviamo spalle al muro, allora rimettiamo mano all’Iva e con quel punto recuperiamo i 5 miliardi, con buona pace di Giulio“, ha sboccato Berlusconi dopo la notizia.
Mi aveva assicurato”, ha detto il premier riferendosi al Ministro Tremonti, “che avremmo potuto rivedere i tagli ai comuni e cancellare il contributo di solidarietà perché le sue misure anti evasioni sarebbero state sufficienti, se non è così, allora torniamo ad aumentare il punto Iva“.

Il nodo pensioni – Il buco di 5 miliardi non è l’unica ombra, rimane ancora il nodo pensioni, che rischia di minare il percorso già travagliato della manovra. E’ proprio sul tema caro alla Lega, infatti, che si rischia di alimentare la tensione già crescente all’interno della maggioranza.
Il Carroccio infatti, fin dall’inizio aveva posto severi limiti all’azione del governo, soprattutto sulle pensioni, con minacce di dimissioni, voti contrari e crisi di governo.
E invece la resa della Lega ha permesso al governo di intervenire proprio sulle pensioni, con la nuova norma che riguarda la cancellazione del riscatto degli anni di laurea e di servizio militare.
Non si potranno più “riscattare” gli anni dell’università e del servizio militare per la pensione di anzianità.
In pratica si poteva andare in pensione senza aver raggiunto gli anni di contributi al lavoro (40) ma calcolando anche quelli di studio o il periodo della naja.
Dal 2012 invece bisognerà quindi aver lavorato 40 anni.
Secondo il parlamentare del Pdl Giuliano Cazzola, la “correzione” farà risparmiare allo Stato 1,5 miliardi di euro nel biennio 2013 (500 milioni) e 2014 (il miliardo di euro).

Matteo Oliviero