Nel giallo di Ripe di Civitella a scendere in campo per difendere la posizione dell’unico indagato, il caporalmaggiore del 235° Reggimento Piceno Salvatore Parolisi, sono i suoi familiari.
I fratelli del militare, Rocco e Francesca, non credono all’ipotesi secondo cui Salvatore sarebbe stato capace di uccidere la moglie Melania Rea – il cui cadavere fu rinvenuto, a due giorni dalla scomparsa, il 20 aprile nel bosco delle Casermette – con più di trenta coltellate, trovando poi l’occasione e la lucidità di ritornare sulla scena del delitto per mettere in atto un tentativo di depistaggio grottesco e mal riuscito.
A quanto pare, nei colloqui avuti con gli inquirenti della Procura di Teramo, la sorella di Parolisi avrebbe fatto anche il nome di un personaggio interno alla caserma ‘Clementi‘ di Ascoli Piceno, la stessa in cui il caporalmaggiore lavora, che potrebbe avere avuto a che fare con i motivi che avrebbero portato alla decisione di mettere a tacere definitivamente Melania.
Salvatore? Un bonaccione – Sarà stato pure infedele, sicuramente bugiardo, ma non cattivo. Questa in sintesi la descrizione che i fratelli di Parolisi hanno fatto ai pm teramani. Il fratello Rocco avrebbe dichiarato che “Salvatore è un bonaccione, non è capace di fare del male a nessuno. Figuriamoci a Melania. E’ provato dalla vita dietro le sbarre ma soprattutto dal fatto di non poter vedere la bambina. Gli manca tanto Vittoria. Credo a Salvatore, credo a quello che lui ci ha detto nonostante le bugie, raccontate probabilmente perché si vergognava del fatto che i suoceri scoprissero che aveva una relazione con Ludovica“.
Più scottanti, e forse più importanti ai fini delle indagini, le dichiarazioni che avrebbe fatto Francesca, la sorella del presunto uxoricida: la donna avrebbe nuovamente fatto riferimento a presunti segreti interni alla caserma Clementi, dando così credito all’ipotesi prodotta dall’ex gip di Teramo Giovanni Cirillo. Stando a quest’ultimo, Melania potrebbe essere stata uccisa perché ritenuta una testimone scomoda di una realtà indicibile all’interno del mondo militare.
S. O.