Sarah Scazzi, legali Sabrina: Il processo va spostato

Sarah Scazzi, per i legali di Sabrina il processo va spostato. Ieri la prima udienza del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana ucciso il 26 agosto del 2010 si è svolta tra polemiche e richieste milionarie di risarcimento. Per i legali di Sabrina  e Cosima Misseri, il processo iniziato ieri va spostato  ad altra sede. Questo, a causa dell’intrusiva e costante presenza dei mezzi di comunicazione di massa, che avrebbe portato l’opinione pubblica a “credere profondamente al coinvolgimento” di Sabrina e Cosima Misseri nel delitto di Avetrana.  Gli avv Coppi e Marseglia hanno quindi inoltrato una richiesta di remissione del processo al Gup di Taranto, che l’ha accolta. Ora la decisione spetterà alla Corte di Cassazione.   La pressione mediatica, secondo i legali di Sabrina,  sarebbe arrivata a condizionare i magistrati della procura di Taranto. Da qui la richiesta di trasferimento del procedimento penale.

La replica del Sindaco. A rispondere alle tesi degli avvocati è stato il primo cittadino di Avetrana, Mario De Marco. Nella richiesta di remissione c’è anche il suo nome, come riporta il Corriere del Mezzogiorno. De Marco viene tirato in mezzo a causa di un’intervista in cui parla di “astio della gente nei confronti di Cosima Serrano dovuto alla sua mancata collaborazione con le forze dell’ordine”. Il Sindaco ha replicato sostenendo che un eventuale spostamento della sede del processo, anche fosse vera l’ipotesi dei legali di Sabrina, non cambierebbe le carte in tavola: “Se è vero come dice lui (De Marco si riferisce all’avvocato Coppi, nda)  che il bombardamento dei media ha condizionato la parzialità dei magistrati e dell’opinione pubblica tarantini, è altrettanto vero che lo stesso condizionamento mediatico che inevitabilmente seguirà il processo”.

33 milioni di euro. A tanto ammonta la richiesta che la famiglia Scazzi avrebbe inoltrato per danni patrimoniali e non patrimoniali. Il padre Giacomo Scazzi ,il  fratello Claudio e la madre Concetta Serrano, che si sono costituiti parte civile nel processo, avrebbero chiesto un risarcimento di 11 milioni ciascuno nei confronti di Michele, Sabrina, Carmine Misseri, Cosima Serrano e  Cosimo Cosma.

A.S.