SBK, Checa felice – Il mondiale delle derivate di serie ha tinto la mitica Imola di varie tonalità, raccontando diverse storie, umori ed aprendo importantissimi scenari rivolti al 2012. In primis la grande gioia del futuro campione del mondo Carlos Checa, in grado di salire sul gradino più alto nonostante la pressione iridata ed uno folto gruppo di avversari agguerriti: “Mi dispiace per Rea che aveva il passo giusto per poter vincere, e per Melandri che forse ha avuto un po’ di sfortuna questo weekend, ma sono contentissimo di aver vinto qui in Italia. Il campionato non è ancora chiuso ma ovviamente ora siamo molto più vicini al successo finale. Ci vuole una gara in più e quindi andremo a Magny-Cours per vedere cosa succederà. E’ stato un weekend perfetto e sono davvero contento. Voglio ringraziare tutti quanti, l’intero team, la Ducati, gli sponsor e tutti i nostri tifosi”
Importanti ritorni – Non solo lo spagnolo si è pero reso protagonista di una prestazione più che positiva. Anche l’inglese Jonathan Rea domenica scorsa ha ritrovato sorriso e sicurezze dopo mesi passati tra sale operatorie e dolorose riabilitazioni: “Voglio ringraziare il team, la mia famiglia e i fan per il loro supporto. Abbiamo fatto tanta strada. Il risultato migliore è stato nello sviluppo della nuova elettronica, non posso ringraziare abbastanza il team per la fiducia dimostrata nel credere in questo sviluppo” Si rivede anche “NitroNori” Haga, finalmente decisivo con la sua Aprilia RSV4 ed attualmente in cerca di un sedile per la prossima stagione: “Sono molto contento di questo risultato, ottenuto davanti a tantissimi miei tifosi. Ovvio che proverò a vincere la prossima settimana, quando scenderemo in pista a Magny Cours”.
Melandri ed il suo futuro – Certo che questi due podi sono vitali ai fine del giapponese, ora tornato merce interesessante davanti agli occhi di una Kawasaki orfana di Vermeulen, ancora non al 100% dopo il gravissimo infortunio di due anni fa. Chi guarda con interesse il mercato è anche Marco Melandri, forse non in grado di trovare la perfetta concentrazione proprio a causa di un futuro poco incerto: “Non potevo spingere più di così. In gara-1 avevo una forte vibrazione sul retrotreno mentre nella seconda manche faticavo nelle frenate in discesa. Solo col passare dei giri la moto è diventata più gestibile. Speravo di lottare per il podio, ma era troppo tardi, e mi sono dovuto accontentare” Poca roba per uno che doveva tenere aperta la lotta iridata. Certamente ci riproverà l’anno prossimo, assieme al grande assente Biaggi e, forse, in sella ad una BMW finalmente felice di aver trovato un Top-Rider su cui puntare tutto. Ma questa è già un’altra storia. E stagione.
Riccardo Cangini