La reazione dei leghisti alla scomunica di Napolitano

Il discorso pronunciato ieri dal capo dello Stato, volto ad ammonire le tendenze secessioniste dei padani? Non è piaciuto affatto ai leghisti, che hanno intonato un coro di protesta, convinti della validità della loro causa. A insorgere sono stati Roberto Calderoli, Matteo Salvini e Mario Borghezio, che hanno definito ingeneroso (e storicamente impreciso) il ragionamento del presidente della Repubblica. “Il Lombardo-Veneto – hanno notato – ha una storia più antica di quella della Repubblica Italiana”.

Leghisti alla riscossa – Dopo le inequivocabili parole scandite ieri da Giorgio Napolitano a Napoli (“Non esiste alcun popolo padano”, “La secessione è fuori dalla realtà e dal mondo d’oggi”), molti esponenti di punta del Carroccio hanno sentito il bisogno di controbattere al presidente della Repubblica. Le sue invettive contro la secessione e le tendenze grottesche dell’operato leghista hanno, infatti, indotto i più focosi ad alzare la voce, nel tentativo di riabilitare la “bontà” e la validità storico-economica della causa padana.

A tutela della democrazia – Tra i primi ad insorgere, il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli: “Napolitano è sempre molto saggio – ha detto – ma fa finta di dimenticare il diritto universalmente riconosciuto alla autodeterminazione dei popoli. Il presidente poi sa bene che la Lega – ha precisato il ministro in camicia verde – da oltre 20 anni è garanzia di democrazia“.

Minacce inefficaci ai patrioti – Più piccato il commento di Matteo Salvini: “Ricordo al simpatico ex comunista – ha detto riferendosi a Napolitano – che il Lombardo-Veneto ha una storia più antica di quella della Repubblica italiana, basta aprire un libro di scuola media per apprenderlo”. Non ha rinunciato a commentare l’episodio anche il vulcanico europarlamentare, Mario Borghezio: “Intravedo nelle dichiarazioni di Napolitano – ha osservato – una velata minaccia ai militanti indipendentisti, ma ci lasciano tranquilli perchè in Padania ci sono migliaia di patrioti che considerano la libertà il bene più importante e non si fanno spaventare”.

La secessione in Europa – Più moderato nei toni , ma non nei contenuti Francesco Speroni, capogruppo della Lega al Parlamento europeo: “Mi sembra che il capo dello Stato – ha commentato – ci accusi di guardare indietro e intanto guardi lui a cose della prima metà del secolo scorso. Ricordo che nella Ue – ha aggiunto – quasi la metà degli Stati oggi membri ha avuto origine da una secessione. Basta guardare un atlante storico e vedere com’era l’Europa dei primi anni del secolo scorso per rendersi conto della validità della mia affermazione. La Repubblica ceca e quella slovacca – ha continuato Speroni – hanno attuato una secessione con metodi democratici. Quindi, con tutto il rispetto per le posizioni del Presidente – ha concluso il leghista – ritengo che ci sia la possibilità di poter esprimere democraticamente opinioni differenti alle sue”.

Maria Saporito