Bersani: Elezioni o governo d’emergenza. Ma Parisi ne chiede le dimissioni

Roma – Bersani rilancia le elezioni anticipate, ma il Pd appoggerebbe un governo di emergenza per rifare la legge elettorale e far uscire il paese dalla crisi.

Bersani: “Elezioni nostro orizzonte” – Il leader del Partito Democratico rilancia quel passo indietro del premier chiesto da tempo: “Il nostro orizzonte sono le elezioni ma non ci sottraiamo al governo d’emergenza, che aiuti a fare una nuova legge elettorale e a uscire dalla crisi“.
Bersani delinea dunque la linea del partito: “Intorno a noi vediamo tatticismi di ogni genere” e rilancia nuove alleanze per “promuovere un incontro delle forze moderate e progressiste per la ricostruzione dell’Italia“.
Da Bersani anche un commento sulla situazione economica Italiana: “l’Italia ce la farà”, partendo dalla ricostruzione della fiducia e della speranza. Ci troviamo davanti ad una responsabilità storica. Siamo dinanzi alla crisi più profonda dal dopoguerra ad oggi e quindi dobbiamo rafforzare l’asse della nostra politica mettendola all’altezza dei problemi. Dobbiamo riabilitare l’Italia e ridare il buon nome all’Italia. Perché se Berlusconi è inchiodato alla sedia è perchè l’Italia si è inchiodata a lui”, conclude il leader Democratico.

Parisi contro Bersani – Ma Bersani deve fare i conti con i malumori interni al partito, tutti derivanti dalla posizione del Pd rispetto al referendum per cambiare la legge elettorale.
Se Bersani ci avesse dato retta ora avremmo potuto raccogliere i frutti del successo del referendum con più nettezza…”, fanno sapere i delusi.
Ma Bersani difenda la scelta: “Potevamo anche non avere il nostro progetto di riforma elettorale e accodarci al referendum. Noi abbiamo scelto di avere una posizione e di aiutare la raccolta delle firme“.
Poi la durissima accusa di Parisi e la richiesta di dimissioni: “In un sistema quale quello che voi proponete per il governo del Paese il segretario dovrebbe presentarsi dimissionario per difendersi dall’accusa di aver inferto un grave danno al partito proponendo una linea che si è dimostrata radicalmente sbagliata“.

Matteo Oliviero