Don Diego Della Valle – Parte con i soliti beffardi convenevoli, Maurizio Crozza, ieri a Ballarò, e tutti si aspettano di essere “colpiti”. Primo bersaglio: Diego Della Valle, a cui Crozza aggiunge l’attributo “Don”, che ricorda un po’ Zorro, “solo che a lui piace la ‘m’ di Mastella”. Il comico genovese si complimenta col “calzolaio più ricco del mondo” per aver sbroccato: “Dopo Standard&Poor’s, ora siamo stati declassati da Standard&Tod’s”. Qualche risatina si alza dal pubblico. Parte dolcemente Crozza, per poi ingranare la marcia: non dimentica che Don Diego ha sostenuto Mastella ed “è come se Barbara D’Urso comprasse una pagina di giornale e ci scrivesse ‘basta con i programmi di merda’… Assurdo!”. Ma così si rischia che la settimana prossima compaia un “Bailarò” su Mediaset. E allora: “Scherzavo Giova!”.
Dal Terzo Polo Ralph Lauren a Formigoni– A Ballarò sembra che solo gli industriali creino opposizione, anche se facendo i “compagni” con “ostriche bretoni ed elicotteri a nove pale”. Scatta l’imitazione di Luca Cordero di Montezemolo. Poi tocca a Formigoni, “il delfino trasformato in salmone che va controcorrente” per aver sfilato in piazza contro il Governo. E naturalmente Bondi: con lui i toni si fanno più “seri” e sommessi. Tra Mondadori, domande scomode ed elezioni, la faccia scura dell’ex Ministro dice più del necessario: ma Crozza lo compatisce dato che “per contratto non può ridere”.
Chiusura in bellezza – Ripescati anche i neutrini della Gelminini. A tal proposito, la domanda è una sola: “Chi minchia scrive i comunicati del Ministero”, se non è stato neanche il portavoce del Ministro, Massimo Zennaro? Sul finire, Crozza si galvanizza per le recenti affermazioni di Napolitano e del Papa: se da un lato la Padania non esiste, dall’altro esistono gli angeli. “Finalmente qualcuno con un po’ di senso della realtà!”.
Corinna Trione