Sarà il Tribunale di Bari a giudicare alcuni familiari di Raffaele Sollecito e due giornalisti dell’emittente televisiva Telenorba, accusati di aver diffuso le immagini del cadavere di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa il 1° novembre 2007 nella sua abitazione di Perugia.
A pochi giorni dalla conclusione del processo d’Appello che ha sentenziato l’innocenza di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, sul giallo dell’omicidio della giovane studentessa, continuano ad aprirsi scenari inquietanti. L’emittente televisiva italiana dovrà rendere conto ai magistrati pugliesi per aver speculato sulla tragedia, mandando in onda le immagini del cadavere di Meredith, girate durante le indagini della polizia scentifica. Le sequenze, ancora presenti in rete e che preferiamo non pubblicare, mostrano Meredith riversa a terra nella sua stanza, ancora parzialmente coperta dal piumone, e proseguono fino a fotografare ogni più piccolo dettaglio del suo corpo martoriato. Stamattina il giudice di Perugia Alberto Avenoso, che ha accolto l’eccezione di incompetenza territoriale sollevate dalle difese, ha stabilito che a giudicare sul caso dovrà essere il Tribunale del capoluogo pugliese. Gli avvocati Marco Brusco e Francesco Crisi hanno già anticipato che chiederanno al giudice per l’udienza preliminare di Bari l’estromissione delle intercettazioni telefoniche dal fascicolo. Le accuse ipotizzate a vario titolo sono di diffamazione, violazione della privacy e pubblicazione arbitraria di atti d’indagine.
Un film sull’omicidio – Solo qualche mese fa l’uscita del film tv “Amanda Knox: Murder on trial in Italy”, in onda sul canale americano Lifetime, aveva suscitato non poche polemiche: il padre di Meredith, Jhon Kercher, si era definito “sconvolto ed indignato” di fronte a quelle immagini che ripercorrevano, dolorosamente, gli ultimi istanti di vita della figlia. Il trailer del film, che impazzò sul web, ritraeva, tra le varie scene, Meredith mentre veniva bloccata a terra dai suoi tre assassini, Amanda, Raffaele e Rudy Guede. «E’ terribile quello che questa gente ha fatto – aveva commentato il signor Kercher – e l’immaginazione dilaga su quanto è successo, ma in realtà vedere tutto ciò è molto doloroso. Sono anche sorpreso che siano andati così oltre: mi era stato detto che la sinossi del film si sarebbe fermata fino al momento dell’uccisione, ma mi pare evidente che queste immagini mostrino l’assassinio». A distanza di mesi, i familiari di Meredith, il cui incubo, in mancanza di un colpevole accertato, non è ancora finito, dovranno sopportare un’altra difficile prova: parteciperanno, infatti, anche a questo processo, per il quale era già stata ammessa la loro costituzione di parte civile.
Francesca Theodosiu
(l’immagine rappresentata in foto non è reale, ma tratta dal film “Amanda Knox: Murder on trial in Italy”)