E’ stato arrestato questa mattina dai Carabinieri della Compagnia Roma Eur un cittadino romeno ritenuto responsabile dell’aggressione a Sabatino Onofri, il pastore settantottenne ucciso a Roma la sera del 19 giugno scorso.
Arrestati sei romeni – Il corpo dell’uomo era stato trovato lungo la via Appia Nuova, all’altezza del civico 1158, riverso a terra, con le mani legate e numerose ferite lacero-.contuse alla testa e su tutto il corpo. Dopo serrate indagini dei carabinieri, responsabili dell’omicidio furono ritenute 6 persone: gli agenti delle Forze dell’ordine arrestarono, quasi immediatamente, due cittadini romeni di 45 e 25 anni, uno dei quali stava tentando di lasciare l’Italia a bordo di un autobus diretto in Romania. Successivamente furono rintracciati e fermati a Cosenza altri tre complici dell’aggressione, due diciannovenni ed un ventitrenne, tutti incensurati, che avevano trovato rifugio nelle campagne del capoluogo calabrese, in attesa di poter tornare in Romania. Il prosieguo delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica della Capitale in collaborazione con l’Interpol e la polizia romena, ha consentito ai carabinieri di rintracciare anche l’ultimo complice dell’omicidio, un ventiduenne, che si trovava in Romania dove stava lavorando come tassista, sul quale pendeva un mandato di arresto europeo. Il giovane è stato immediatamente estradato e, giunto a Fiumicino, è stato consegnato alla Autorità italiane che l’hanno condotto nel carcere di Rebibbia.
Ucciso durante una rapina- I sei uomini avevano aggredito il pastore accanto alla roulotte in cui viveva, uccidendolo a colpi di pala e bastonate, poiché aveva reagito ad un tentativo di rapina. Uno degli aggressori, che aveva lavorato in passato alle dipendenze di Onofri, pensava che l’uomo custodisse nella sua roulotte un’ingente somma di denaro e, sapendo che viveva da solo, aveva pianificato insieme ai complici, già prima di arrivare in Italia, il suo piano di azione per derubarlo. Ma gli uomini non si aspettavano la reazione del pastore, il quale aveva tentato di difendersi dall’aggressione sparando alcuni colpi in aria con la sua pistola scacciacani, per spaventarli. Questo avrebbe scatenato la loro furia omicida. Preso anche l’ultimo complice, il caso Onofri può dirsi definitivamente chiuso. Si dovrà solo attendere che la magistratura italiana renda giustizia alla vittima.
Francesca Theodosiu