Bhutan, il giovane re sposa una comune studentessa: come in una favola

Una “comune” regina. Jetsun Pema, 21 anni, studentessa di origini borghesi si è sposata stamane con Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, 31 anni, re del piccolo stato del Bhutan. La cerimonia rituale, fissata proprio nella giornata odierna per garantire agli sposi le coincidenze astrali più fortunate, è cominciata poco prima dell’alba, come vuole la tradizione religiosa buddista bhutanese. Trasmessa in diretta dalla tv locale, le nozze sono state celebrate nell’immensa sala del Palazzo storico di Punakha, città un tempo capitale del piccolo regno himalayano. Il rituale è stato lungo e straordinario, proprio come in una favola: il corteo della sposa è stato seguito da cuccioli di elefanti e squilli di tromba, poi, dopo la cerimonia e una serie di canti, agli sposi sono stati offerti alcuni doni simbolici, quali scialli di seta e calici di ”ambrosia”, una bevanda speciale che nella cultura bhutanese simboleggia l’immortalità.

Un regno sui generis. Jigme Khesar Namgyel Wangchuck è il più giovane re del mondo. Succeduto al padre nel 2008, si è immediatamente conquistato la stima e l’affetto della sua popolazione, circa 700mila abitanti, che l’hanno soprannominato “sovrano del popolo”. Meno distaccato e più vicino alla gente, a discapito di passato e tradizione, il re vive in una modesta abitazione a Thimphu, attuale capitale del regno himalayano, stretto tra Cina e India. Grazie al lavoro del sovrano, presto il Bhutan, ancora molto arretrato, potrebbe aprirsi al mondo esterno. Infatti, i turisti sono stati ammessi solo negli anni ’70, mentre il telefono e le strade sono stati introdotti negli anni Ottanta. Più tardi, solo nel 1998, è stata importata la televisione. Tuttavia, il motivo per cui il regno del Bhutan è salito negli anni passati agli onori della cronaca è stata l’introduzione del Fil, la Felicità Interna Lorda, al posto dell’occidentale Pil: un filosofia buddista che pone l’accento più sulla felicità del popolo che non sulla ricchezza economica.

Emanuele Ballacci