Il debito pubblico italiano ad agosto si è attestato a 1.899,553 miliardi di euro, in calo di oltre 10 miliardi rispetto al dato record di luglio di 1.911,769 miliardi. È quanto indicato nel Supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia, secondo cui le entrate tributarie dei primi otto mesi del 2011 sono state pari a 250,079 miliardi di euro, in crescita del 2,38% rispetto allo stesso periodo del 2010. Ma per l’istituto di via Nazionale l’ingente debito pubblico nazionale ha reso il Paese molto più vulnerabile alla crisi, nonostante la solidità del sistema bancario nostrano. Intanto Standard & Poors ha tagliato il rating della Spagna, alla luce del deterioramento del sistema iberico di fronte alla crisi finanziaria in cui versa da mesi il Paese.
Il debito pubblico. “L’Italia ha risentito in misura particolarmente accentuata dell’evoluzione dell’economia globale e delle turbolenze sui mercati”, sottolineano da Palazzo Koch. “Nonostante la sostanziale solidità del sistema bancario, il ridotto livello di indebitamento delle famiglie e l’assenza di significativi squilibri sul mercato immobiliare, il nostro Paese è stato investito dalla crisi con particolare intensità per effetto dell’elevato livello del debito pubblico, della forte dipendenza dell’attività economica dall’andamento del commercio internazionale e delle deboli prospettive di crescita nel medio termine”. I differenziali di rendimento, si legge nel bollettino, “rispetto al Bund tedesco dei titoli di Stato di molti Paesi dell’area, tra i quali l’Italia e la Spagna, dopo una flessione in agosto hanno nuovamente raggiunto livelli molto elevati in settembre”.
Urgono politiche economiche. Le tensioni sui mercati che hanno travolto l’Italia “rafforzano l’urgenza di politiche economiche che assicurino il risanamento dei conti pubblici” e che “affrontino le debolezze strutturali per sospingere la crescita”, ricordano gli analisti di Bankitalia, sottolineando che “la crescita dell’Italia si è indebolita nel terzo trimestre”, durante il quale “l’attività manifatturiera avrebbe fortemente rallentato”.
“Le condizioni di fondo delle banche italiane rimangono solide”, si legge ancora nel supplemento, ma le tensioni dei mercati rischiano però di riflettersi “in misura crescente sulle condizioni di accesso al credito”.
Inflazione. Preoccupa ancora, però, la corsa dei prezzi. Dai dati Istat si apprende che il tasso d’inflazione annuo a settembre è salito al 3,0% dal 2,8% di agosto. Siamo di fronte al livello più alto dall’ottobre 2008. Il dato incorpora solo parzialmente gli effetti dell’aumento dell’Iva. L’inflazione acquisita per il 2011 ammonta al 2,6%.
Spagna: S&P taglia il rating. “Incerte prospettive di crescita” e “rischi crescenti che dovrà affrontare”. Sono le motivazioni principali per le quali l’agenzia di Standard & Poor’s ha tagliato il giudizio sulla Spagna da ‘AA’ ad ‘AA-‘. I dubbi, inoltre, sono motivati dal peggioramento della crisi del sistema finanziario del Paese, tradottasi in disoccupazione elevata, difficile congiuntura finanziaria e rischio di rallentamento delle economie dei suoi principali partner.
Marco Notari