Si è espresso così il sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi. Senza lasciare spazio ad interpretazioni e smarcandosi dalle posizioni ufficiali, pur nel marasma degli ultimi accadimenti, del partito che rappresenta, la Lega Nord. In un’intervista a Repubblica, Tosi ha così argomentato: ”Un ciclo è concluso. La cosa migliore sarebbe che Berlusconi decidesse di farsi da parte. Ma non nel 2013, il prima possibile”. ”Ci vuole una premiership forte e credibile -ha continuato- più passa il tempo e più mi convinco che Berlusconi non sia in grado di mantenere le scadenze prefissate e gli impegni concordati”. Queste idee eretiche e dai contorni apocalittici per il futuro del premier erano balenate nella mente del sindaco già dopo la tornata delle amministrative e lo schiaffo dei referendum e, durante l’intervista, ha ricordato che, già a Pontida: ” Il nostro segretario federale gli aveva dato un ultimatum preciso: tre mesi per fare le cose di cui il Paese ha bisogno. Non è successo niente, siamo agli sgoccioli e si va avanti a colpi di fiducia”.
Serve una svolta all’interno della maggioranza. La soluzione all’ inefficienza del Governo, che non sa proporre risposte, semmai aumentare domande, non sarebbero però le elezioni anticipate: ”Le elezioni adesso sarebbero una cosa da pazzi” ha fatto sapere Tosi. E neanche il ”governo tecnico”, di veltroniano anelito e non, avrebbe il benestare del sindaco: ”I governi degli unti del signore che volano tre metri sopra il cielo e ci spiegano come si governa senza averlo mai fatto, non mi hanno mai convinto”. ”Ci vorrebbe -ha affermato quindi- una svolta dentro la stessa maggioranza”. Un passo indietro del premier, inoltre, ”potrebbe portare alla maggioranza nuovi consensi”. ”Una nuova premiership, penso ad Alfano o a Maroni -ha conluso il sindaco di Verona- renderebbe possibile il dialogo per allargare la compagine di governo”. La strategia di Tosi prevederebbe, quindi, due ingredienti sine qua non: l’uscita di scena del Cavaliere, in modo da allargare il bacino di consensi all’ interno del centrodestra e una nuova premiership, che permetterebbe il dialogo con i centristi e darebbe nuova fiducia agli elettori delusi.
Francesca D’ettorre