Venezia: una settimana per sensibilizzare sulla tratta di esseri umani

Venezia non tratta – Da lunedì 17 ottobre Venezia ospiterà una serie di iniziative promesse dal Comune con lo scopo di sensibilizzare i cittadini sul fenomeno della tratta di esseri umani. Gli eventi sono organizzati in occasione della Giornata europea contro la tratta, la cui ricorrenza è il 18 ottobre.

Una settimana di iniziativeVenezia non tratta, slogan delle iniziative in programma da lunedì, inizierà i suoi eventi (tutti ad ingresso gratuito) con la proiezione del film Io sono Li di Andrea Segre, lungometraggio presentato con grande successo al recente Festival del cinema di Venezia, seguita da un dibattito con l’attore Roberto Citran. Il Teatro Don Bosco di Chioggia mercoledì 19 ottobre ospiterà il giornalista Giorgio Fornoni (Report) che introdurrà Terraferma di Emanuele Crialese, film dedicato agli immigrati che arrivano via mare in Italia. Giovedì 20 alle ore 20.30, negli spazi del centro sociale Rivolta di Marghera, andrà in scena il reading Noir e Tratta di persone: sul palco Stefano Cosmo e Piergiorgio Pulixi del collettivo Sabot. Sabato 22 si svolgerà il Tornedo di calcetto Una sfida nel nome dell’accoglienza dalle ore 15.30 alle ore 18.30 sui campi del parco Bissuola di Mestre. La chiusura della settimana di eventi sarà affidata allo spettacolo teatrale Sex Machine di e con Giuliana Musso che sarà in programma al Teatro Aurora di Marghera domenica 23 alle ore 20.45.

La tratta di esseri umani – Le Nazioni Uniti hanno codificato come reato internazionale la tratta di esseri umani, specificando che questa comprende il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l’ospitalità o l’accoglienza di persone fatta con mezzi che comportano l’uso della forza o altre forme di coercizione, rapimento, frode, inganno, o tramite l’abuso di potere o di una posizione di vulnerabilità, oppure ancora dando o ricevendo pagamenti o benefici di altra natura per guadagnare il consenso di una persona che ha il controllo su un’altra, con l’obiettivo di sfruttarla, indurla alla prostituzione, ridurla in schiavitù, oppure ancora usarla per l’espianto di organi.
La Convenzione di Varsavia del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani nel 2005 ha stabilito che per difendere le vittime di questo crimine bisogna: considerare le vittime di tratta come tali e non come immigrati clandestini soggetti al rimpatrio coatto o all’allontanamento, tutelare la vita privata delle vittime per proteggerle dai trafficanti, assisterle materialmente e psicologicamente e sostenerne il reinserimento sociale, dare loro il diritto ad un periodo di 30 giorni di recupero durante il quale possano essere protette e scegliere se collaborare con l’autorità giudiziaria e, con il consenso della vittima, organizzare un rimpatrio in collaborazione con le organizzazioni non governative.

Beatrice Pagan