Il momento è eccessivamente delicato e un’unica soluzione può portarci fuori dall‘impasse: l’alleanza tra progressisti e moderati. Ne è convinto il numero uno del Copasir, Massimo D’Alema, che in una lunga intervista rilasciata ieri al Corriere della Sera ha detto: “Ci vuole un’alleanza politica, sociale e culturale che aggreghi almeno il 60% degli elettori”. Una missione ambiziosa, che il dirigente del Pd spera di centrare con l’aiuto di Pier Ferdinando Casini: “Stare all’opposizione lo ha migliorato”, ha osservato lusinghiero D’Alema.
D’Alema punta al 60% dei consensi – “Le opposizioni devono definire un progetto alternativo di governo, non una mera alleanza elettorale. Dobbiamo offrire agli italiani una vera prospettiva politica in grado di unire le forze e dare speranza al Paese”. A dirlo ieri al Corriere della Sera è stato Massimo D’Alema, convinto sostenitore di una nuova forza politico-culturale capace di mobilitare il consenso di tantissimi italiani. “Ci vuole un’alleanza politica, sociale e culturale che aggreghi almeno il 60% – ha notato il presidente del Copasir – Siamo nel vivo di una crisi che è anche un mutamento mondiale di portata storica. L’Italia può farcela, ma ha bisogno di trasformazioni coraggiose, profonde. Tanto più che con Berlusconi – ha precisato l’ex premier – abbiamo perduto dieci anni. Per questo occorre un consenso largo, un’alleanza tra progressisti e moderati, un progetto capace di guidare il Paese almeno per una legislatura di grandi riforme e di ricostruzione”.
I complimenti a Casini – Un progetto teso a vincere i “confini” posti dall’asse Sel-Pd-Idv per tendere la mano ai centristi. “Casini – ha ripreso D’Alema – ha fatto la scelta coraggiosa di collocarsi all’opposizione rischiando di restare fuori dal Parlamento. E quando un uomo politico si mette in gioco va rispettato, tanto più che in questi anni l’Udc ha consolidato una linea di opposizione resistendo a reiterate lusinghe. Stare all’opposizione lo ha migliorato – ha certificato il dirigente del Pd – è una scuola, fa bene alla salute politica, a condizione che non diventi una scelta esistenziale”.
No ai demiurghi della politica – E sui presunti “vagiti” politici di Luca Cordero di Montezemolo: “La politica non è un club esclusivo – ha detto D’Alema – e oggi più che mai le istituzioni hanno bisogno di personalità che vogliano servire il Paese con la forza della loro esperienza professionale e di lavoro. Ma non abbiamo bisogno di demiurghi che si illudano di potersi sostituire ai partiti e alle forze organizzate. Il Paese ha già dato. Chiunque pensasse di copiare Berlusconi – ha concluso categorico il democratico – si sbaglierebbe di grosso, non avrebbe la sua potenza di fuoco”.
Maria Saporito