Si scrive “firme apocrife”, si legge firme false. Secondo il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, sarebbero 926 quelle apposte su alcune liste elettorali che nel marzo del 2010 contribuirono a riconfermare Roberto Formigoni alla presidenza della Regione Lombardia. Robledo ha ieri chiuso le indagini per falso ideologico, notificando un avviso a 15 persone tra cui alcuni consiglieri provinciali di Milano del Pdl e Clotilde Strada, responsabile della raccolta delle firme all’epoca dei fatti contestati e successivamente collaboratrice di Nicole Minetti. Cauta la reazione del governatore Formigoni: “Le irregolarità dovranno essere verificate secondo tutti i crismi previsti dalla legge”, ha detto.
Oltre 920 firme false – A dare il via alle indagini era stata la denuncia dei Radicali lombardi che, in riferimento alle elezioni regionali del 2010, avevano puntato il dito contro i presunti brogli legati alle firme apposte in alcune liste pro-Formigoni. Ne è scaturita un’indagine per falso ideologico che ieri il procuratore aggiunto milanese, Alfredo Robledo, ha chiuso notificando un avviso a 15 persone. Secondo l’accusa, infatti, nella lista “Per la Lombardia” e in quella della circoscrizione provinciale milanese del Pdl, sarebbero state raccolte ben 926 firme false (618 nella prima, 308 nella seconda) che avrebbero contribuito alla rielezione del governatore.
Consiglieri provinciali nel mirino – La parola passerà adesso alla difesa, che avrà 20 giorni di tempo per depositare memorie o chiedere un interrogatorio. Alla scadenza dei 20 giorni la Procura potrà procedere con la richiesta di rinvio a giudizio che, come detto, potrebbe essere recapitata a ben 15 persone. Tra queste, molti consiglieri provinciali milanesi del Pdl. Stando a quanto riferito dall’accusa, avrebbero chiuso un occhio di fronte alle firme false apposte sulle liste recriminate, mentre a coordinare il tutto sarebbe stata Clotilde Strada, che avrebbe compilato di proprio pugno gli elenchi degli ignari sottoscrittori delle liste a sostegno di Formigoni, inserendo anche le “firme apocrife”.
La reazione di Formigoni – “La coalizione Pdl-Lega è legittimamente al governo della Regione Lombardia perché votata dal 57 % degli elettori lombardi – ha commentato ieri Roberto Formigoni – Se ci sono state irregolarità nella raccolta delle firme, esse saranno sanzionate. Ma tali irregolarità dovranno essere verificate secondo tutti i crismi previsti dalla legge: per ora ha parlato soltanto la pubblica accusa. Dovrà parlare la difesa e poi – ha concluso il governatore della Lombardia – deciderà solo e soltanto un giudice terzo”.
Maria Saporito