La strana coppia della sicurezza: Maroni e Di Pietro uniti dalla Legge Reale

La proposta lanciata ieri da Antonio Di Pietro relativa all’inasprimento della legislazione contro i violenti? A Roberto Maroni piace moltissimo. Gli scontri di sabato scorso a Roma hanno avuto la capacità di cementare un asse politico inedito e quanto mai improbabile: quello tra l’ex togato e il leghista appunto. “Per una volta – ha commentato ieri il ministro dell’Interno – devo dire che sono d’accordo con quanto detto dall’onorevole Di Pietro”. Ma non tutti la pensano allo stesso modo e, soprattutto all’interno dell’opposizione, in molti chiudono alla “riabilitazione” delle Legge Reale.

Attenti a quei due – “Per una volta devo dire che sono d’accordo con l’onorevole Di Pietro. Una legge Reale bis è esattamente ciò che voglio dire a palazzo Madama. Nuove misure legislative che possano consentire alle forze dell’ordine di prevenire più efficacemente violenze come quelle di sabato”. Ad annunciarlo ieri è stato il titolare del Viminale, Roberto Maroni, che ai microfoni dei giornalisti ha riferito di considerare più che valide le proposte avanzate da Antonio Di Pietro in riferimento alle misure da mettere in atto per prevenire futuri scontri e per punire i comprovati autori degli atti di violenza.

La chiusura dell’opposizione – Una nuova legislatura speciale, sulla quale i protagonisti della politica hanno già iniziato a spaccarsi. E se l’idea non dispiace alla maggior parte della maggioranza (fatta eccezione per Fabrizio Cicchitto che l’ha definita “oltranzista”), più tiepide sono state le reazioni all’interno dell’opposizione. “Ciò che serve davvero – ha sottolineato Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato – è applicare le leggi esistenti, fare più prevenzione ed evitare i tagli alle risorse dedicate alla sicurezza”. Concetto sostanzialmente ribadito dalla collega Rosy Bindi: “Va bene misure repressive – ha detto – ma senza privare i cittadini delle loro libertà e garanzie costituzionali. Alla politica è richiesto di vigilare”. Di più: “I fatti di Roma meritano un’inchiesta del comitato di Vigilanza sui servizi segreti – ha continuato il vicepresidente del Pd – Non amo fare supposizioni e dietrologia, ma la situazione è talmente grave e rivela una tale assenza di informazioni e strategia che serve un’inchiesta accurata”.

Maria Saporito