Roma: vietato il corteo FIOM, sale la tensione

Riecco i provocatori. Si sono conclusi da appena 48 ore gli scontri che hanno devastato Piazza San Giovanni e le strade limitrofe della Capitale, contrapponendo gruppi organizzati e giovani ‘incazzati’ alle forze dell’ordine, e già la tensione torna a salire, a causa di dichiarazioni politiche e scelte di gestione dell’ordine pubblico poco ortodosse.
Non accontentandosi, infatti, dell’ennesimo palesarsi dell’irresponsabilità di Antonio Di Pietro – passato dal paventare la guerra civile a chiedere il ritorno della legislazione repressiva più antidemocratica e vergognosa che il nostro Paese ricordi – è notizia di oggi pomeriggio che il sindaco di Roma Gianni Alemanno, di concerto con la Questura, avrebbe intenzione di impedire lo svolgimento del corteo organizzato per venerdì dalla FIOM, in occasione dello sciopero convocato in tutti gli stabilimenti FIAT.

Landini: il corteo è necessario – Nonostante il sindaco di Roma abbia firmato nel pomeriggio un’ordinanza che impedirebbe per trenta giorni lo svolgimento di qualsiasi corteo per le strade della Capitale, il segretario generale della FIOM Maurizio Landini non ne vuole sapere di rinunciare alla manifestazione prevista per ripiegare su un sit-in che – dopo il “niet” della Questura su Piazza Navona, Piazza Farnese e Piazza Santi Apostoli – dovrebbe svolgersi a Piazza della Repubblica (a pochi metri dalla stazione Termini).
“Per noi – ha spiegato Landini – è necessario fare anche il corteo, a maggior ragione dopo quello che è successo sabato, che noi condanniamo. La Fiom e la Cgil sono in grado di garantire manifestazioni democratiche“.
“Noi vogliamo sfilare – gli ha fatto eco il segretario nazionale del sindacato Giorgio Airaudo – dire no al corteo sarebbe un ulteriore cedimento ai violenti che hanno rovinato la manifestazione di sabato”.

I provocatori in fabbrica – I vertici della FIOM hanno annunciato che nelle prossime ore proseguiranno i tentativi di riaprire le trattative con la Questura e il Comune capitolino per permettere il regolare svolgimento della manifestazione dei metalmeccanici; d’altronde a nessuno può sfuggire l’insensatezza di una decisione politica che colpirebbe l’unica organizzazione che anche sabato scorso ha dimostrato di saper controllare la piazza e che, in un drammatico contesto sociale per tutto il Paese, vorrebbe rinchiudere in una piazza senza sbocchi – sia reali che politici – migliaia di metalmeccanici che si sono visti portare via, assieme ai loro diritti e alle loro fabbriche, il futuro di se stessi e delle loro famiglie.
Gli operai FIAT dello stabilimento Irisbus, intanto, hanno denunciato oggi la provocazione imbastita dall’azienda che ha tentato di ” portare fuori dallo stabilimento una ventina di autobus”, inducendo i lavoratori a bloccare immediatamente i cancelli.
“Gli autobus non usciranno dallo stabilimento se non alla fine di questa drammatica vertenza. – si legge nel comunicato degli operai, apparso sul portale online della FIOM – Sono diventati il simbolo della lotta e, si sa, i simboli in un conflitto sociale non possono essere abbattuti“.
“Chiediamo alla FIAT di non procedere sulla strada delle provocazioni. – termina la nota – Se dovesse continuare si assuma, fin da ora, la responsabilità di tutto ciò che dovesse accadere“.

Mattia Nesti