Parassita distrugge le castagne. La castagna, frutto autunnale per eccellenza, da sempre considerato cibo povero, è arrivato a costare anche 5 euro al chilo. Il motivo è da ricercarsi in un banale ma tenacissimo parassita, il cinipide, giunto dalla Cina attraverso alcune piante di castagno importate. Questo insetto sta distruggendo i raccolti di mezza Italia, soprattutto quelli del Nord (nello specifico la zona dei boschi del bresciano e del bergamasco) dove la produzione è letteralmente crollata. Contro i 600 quintali del 2010, annata definita eccezionale dagli esperti, quest’anno non si è arrivati nemmeno a 30 quintali e la qualità dei frutti spesso è pessima perché irrimediabilmente intaccati dal cinipide.
Parassita contro parassita. La fine della raccolta, che solitamente parte dai primi di ottobre e finisce la prima decade di novembre, è ormai prossima e sui banchi del mercato le castagne migliori sono in realtà importate dalla Spagna. Qualcosa arriva ancora dalla Puglia e dalla Campania ma il calibro è assai ridotto e la qualità inferiore alle aspettative. L’unico rimedio sembra essere la lotta biologica e cioè liberare nei castagneti un altro insetto che si nutra del parassita, liberando così le piante infestate. Purtroppo, però, l’epidemia ha contagiato in maniera seria le coltivazioni e i risultati ottenuti con questo metodo, l’unico efficace visto che il cinipide sembra essere immune ai più comuni antiparassitari chimici, saranno visibili tra non meno di 5 anni, forse anche 8, con gravissimi danni per l’economia locale.
Rossana Prezioso