Monza – Il tribunale di Roma ha annullato gli effetti dei decreti sui Ministeri al Nord accogliendo il ricorso dei sindacati.
Cancellati i Ministeri – Era uno dei punti urlati da Bossi al raduno di Pontida, ovvero il trasferimento dei Ministeri al Nord. Ma di fatto la Lega dovrà inventarsi qualcos’altro. Il tribunale di Roma, questa mattina, ha annullato gli effetti dei decreti che istituivano le sedi periferiche dei ministeri a Monza, nella sede di Villa Reale, come voluto dalla Lega.
Il giudice Anna Baroncini ha giudicato il tutto antisindacale in seguito al ricorso promosso dai sindacati della presidenza del Consiglio.
Il presidente del consiglio direttivo del Sipre, ovvero il Sindacato indipendente della presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Macrì ha ricordato: “La decisione era stata adottata e portata avanti senza coinvolgere le organizzazioni sindacali o attivando, come previsto dalla legge, informazione preventiva e concertazione prima di procedere al taglio del nastro, trasformatosi l’estate scorsa in una vera e propria festa leghista”.
“Di fatto le sedi periferiche cessano di essere strutture della presidenza del consiglio. Noi ci eravamo spinti più in là chiedendo l’annullamento dei decreti istitutivi. Ma questo tipo di decisione è stato rinviato al giudice amministrativo. Tuttavia, la sentenza depositata ci dà ragione e rende inagibili le sedi di Monza“, ha concluso Macrì.
Il giudice del lavoro ha quindi annullato gli effetti dei provvedimenti “stabilendo la chiusura delle sedi periferiche affidate ai ministri Bossi e Calderoli, rispettivamente un dipartimento e una struttura di missione“.
Non solo, ma la Presidenza del Consiglio dovrà pagare un terzo delle spese legali.
Le reazioni – Il presidente del consiglio regionale della Lombardia, il leghista Davide Boni ha detto: “Ho letto la notizia con dispiacere. Anzitutto voglio capire che cosa vuol dire comportamento antisindacale: mi sembra comunque una cosa molto a effetto più che una decisione concreta“.
Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma la considera come “l’ennesima sconfitta del governo Bossi-Berlusconi”.
Matteo Oliviero