Alfano su dl sviluppo: ”Lo sviluppo non si fa per decreto”

Risolto l‘impasse sulla nomina del successore di Draghi a Bankitalia, a concentrare su di sé le attese, e talvolta le speranze, è il dl sviluppo. Il decreto, su cui Berlusconi aveva puntato per dare nuovo lustro alla sua immagine che rischia di sbiadirsi, ora viaggia di rinvio in rinvio, tra un ”non ci sono i soldi” e un ”non c’è fretta”, si incastrano i moniti e le sollecitazioni che arrivano da più sponde, in ultima dall’ UE. Ad aggiungersi al dibattito, anche Angelino Alfano, segretario del Pdl, che da Napoli ha detto: ”Non e’ sufficiente un decreto per risolvere tutti i problemi della crisi italiana ed è bene non caricare un decreto di attese salvifiche”. Il leader del Pdl ha ridimensionato la portata del decreto sviluppo, quanti pensavano che avrebbe salvato il destino delle umane genti e moltiplicato il pane, devono ricredersi. Caricato dalle aspettative degli utopisti che spingono verso un superamento dello stallo in favore della crescita, Alfano ha chiarito: ”Noi daremo una mano al Paese, come il nostro dovere ci impone di fare, ma lo sviluppo non si fa per decreto”. Ed entrando nel merito delle misure che verranno favorite per promuovere la crescita ha detto: ” Al primo punto ci sono le infrastrutture e la sburocratizzazione, l’esemplificazioni per le imprese e i cittadini che non possono essere prigionieri della burocrazia. Non e’ un solo provvedimento, ma ce ne saranno diversi”.

Il partito. Interrogato sul futuro del Pdl, l’ex guardasigilli ha risposto: E il partito? E’ un percorso lungo. Non e’ una cosa che si realizza nel corso di un pomeriggio, quindi non c’e’ nessuna fretta di fare domande e ottenere risposte. “Siamo il primo partito del paese – ha continuato – i sondaggi dicono che piu’ di un italiano su quattro voterebbe il Pdl: questa e’ la garanzia che esiste un presidio dei moderati, di coloro cioe’ che non immaginano che la sinistra, andando al governo, governerebbe bene e avrebbe soluzioni utili per l’Italia”.

Francesca D’ettorre