Congresso dei Responsabili di Scilipoti: fanfare, modelle e limousine. E Berlusconi: ”Con il vostro aiuto posso durare cinque anni”

A Scilipoti non piace passare inosservato. E così modelle, limousine e  fanfare che suonano l’inno di Mameli hanno fatto da contorno kitch alla prima assise del Movimento dei Responsabili all’ Auditorium Massimo di  Roma. Il teorico del trasformismo di nuova generazione, che lo scorso 14 dicembre 2010, ha salvato il governo Berlusconi per un piatto di lenticchie e nel contempo ha dato vita al movimento di responsabilit nazionale, è stato accolto dai fautori dello scilipotismo al suono di: “Mimmuzzo, sei il nostro eroe” e c’è anche chi ne ha sottolineato la generosità : “Ha fatto novemila visite gratis”. Tra autografi, sorrisi, ammiccamenti, Scilipoti sembra  una rock star, ma il re dei Peones non si  è lasciato adulare ed ha esordito, prima di entrare nell’ Auditorium: “Oggi presentiamo il Movimento di Responsabilità Nazionale” con una solennità  degna dell’  evento di cui  è cerimoniere. Dal palco, su cui spicca la scritta  «Cristiani, patria e famiglia», i principi cardine della dottrina Scilipoti, l’ ex dipietrista comincia a parlare: «Qualcuno nell’anima e nel cuore vorrebbe mandare già a casa Berlusconi. Ma io mi interrogo: se abbattiamo il governo e apriamo una crisi al buio, dove si andrà a finire? » e continua «Ve lo dico io, se viene abbattuto il governo gli speculatori che fanno parte di quella lobby non nobile delle banche sono pronti a distruggere questo paese!».

L intervento di Berlusconi. Accompagnato dall’ inno di Mameli, Berlusconi  è salito sul palco e ha esordito “Il mio governo è durato cinque anni e, grazie anche al vostro aiuto, durerò cinque anni anche questa volta, per la mia personale autorevolezza “. Sollecitato dal clima festoso ha ripercorso la sua discesa in campo, quel lontano 1994. “Mi dissero tutti di non farlo, te ne faranno di tutti i colori, ed ciò che esattamente è accaduto, anzi ancora peggio: ho avuto contro giudici, televisioni e giornali, da quando sono sceso in campo non mi hanno fatto mancare nulla, aggressioni mediatiche, politiche e sono il recordman di aggressioni giudiziarie con 40 processi e 103 indagini giudiziarie, aggressioni fisiche e patrimoniali  e infine calunnie. Hanno cercato di rovinarmi”. Ricordando il “golpe giudiziario” di Tangentopoli che lo costrinse a dismettere i panni dell’ imprenditore, ha detto: “Ho deciso di fare la mia scelta allora insieme ad altri matti come me per non consegnare il potere e il Paese nelle mani dei comunisti ortodossi“. Non e mancata l’ invettiva contro la magistratura, denunciando l’ esistenza di ”una Corte costituzionale formata in maggioranza da giudici di sinistra”, ha tuonato: ”Bisogna cambiare l’architettura costituzionale. Non l’ho fatto fino adesso perché l’unica mia colpa è che non sono riuscito a ottenere oltre il 51% dei consensi”.

Francesca D’ ettorre