Berlusconi il comunicatore: i trucchi e gli ‘editti’

Alla fine la rivoluzione non si è fatta. Nonostante le promesse telefoniche al faccendiere Lavitola, Silvio Berlusconi non è – fortunatamente – riuscito a portare in piazza milioni di persone per “far fuori il Palazzo di Giustizia di Milano e assediare ‘Repubblica’”.
E allora il Presidente del Consiglio si è dovuto accontentare di rispondere ai sempre più pressanti attacchi contro il Governo, indebolito dai suoi stessi scandali e dalle drammatiche conseguenze della crisi economica, puntando sulla comunicazione e inviando ai fedelissimi del Popolo delle Libertà alcune indicazioni per uscire indenni dai talk show televisivi.

Uscire vincitori dal teatrino dei media – “Nelle trasmissioni televisive mai dare del tu agli avversari. – ha spiegato Berlusconi in occasione di un vertice con il gruppo parlamentare del PDL alla Camera – Si deve contraddire sempre, anche con il linguaggio del corpo: fare ‘no no’ con la testa mentre parla un esponente del centrosinistra, e poi non prestare mai troppa attenzione quando l’altro discetta e cerca di convincere i telespettatori a casa”.
“Gli argomenti sono importanti, – ha continuato il premier – ma bisogna mostrare il disaccordo anche con il movimento del corpo: occhi, bocca, modo di gesticolare. Piccole mosse precise, niente tic nervosi, ma minime astuzie che possono servire anche a essere inquadrati di più“.

“Editti bulgari” parte seconda- Neanche questi trucchetti del mestiere, tuttavia, sarebbero sufficienti secondo Berlusconi per fronteggiare “alcune trasmissioni allucinanti”, colpevoli di rimanere davvero troppo indigeste al nostro Presidente del Consiglio.
“Stiamo lavorando per cambiare il panorama dell’attuale televisione”, ha concluso il premier. Una frase utile a leggere correttamente le recenti scelte aziendali della RAI, capace di svendere nel giro di pochi mesi, soprattutto sulla terza rete, i pochi programmi che ancora garantivano qualità e ascolti.

Mattia Nesti