Si può benissimo parlare di notizia storica. Non è infatti una cosa da tutti i giorni sapere che le opere conservate nella Biblioteca dei Papi saranno digitalizzate e messe in rete. Proprio così. Il progetto che poterà alla digitalizzazione di 80mila manoscritti è ormai ufficiale e consentirà la consultazione online delle copie in alta definizione, senza alcun rischio per la conservazione.
Impresa titanica e Tecnologie all’avanguardia – Dopo una prova effettuata su 23 degli 80mila preziosissimi manoscritti da fotografare e trasferire in formato digitale, il Vaticano ha acconsentito al proseguimento dell’opera di digitalizzazione della Biblioteca Apostolica. Ad un’impresa così imponente non potevano che corrispondere i migliori strumenti, perciò le tecnologie che consentiranno la messa in rete dei tesori della Biblioteca sono state fornite direttamente dalla Nasa, grazie alla quale tutte le opere saranno consultabili in immagini ad altissima risoluzione. Un lavoro enorme, appunto, che – secondo quanto afferma il prefetto della Biblioteca Vaticana, monsignor Cesare Pasini, interesserà la digitalizzazione di 45 milioni di miliardi di byte. Dal papiro Bodmer, la più antica trascrizione dei Vangeli di Luca e Giovanni risalente al 175-255 d.C., agli inestimabili manoscritti greci, latini ed arabi, passando per le opere di Virgilio e Terenzio per arrivare fino ai tesori dell’età bizantina e del Rinascimento. Per la realizzazione di questo importante compito è stato allestito un edificio apposito fuori dalle mura vaticane, dove i manoscritti verranno ospitati durante le fasi di digitalizzazione.
Un sogno per pochi – Il corpus della Biblioteca Apostolica è da considerarsi uno dei più importanti tesori esistenti, un vero e proprio pozzo contenente la storia dell’umanità da cui a breve non sarà più impossibile attingere. Nel 2007 la Biblioteca fu chiusa per consentire un’opera di restauro e la riapertura c’è stata dopo tre lunghissimi anni, nel 2010, dopo che la comunità scientifica internazionale arrivò a rivolgere un appello addirittura a Benedetto XVI. Sono circa 250 i fortunati visitatori – appartenenti ovviamente ad una cerchia assai ristretta – che quotidianamente possono avvalersi delle meraviglie custodite nella Biblioteca dei papi. La fragilità di alcuni manoscritti rende obbligatoria una certa selezione di fruizione, oltre che condizioni di conservazione particolari, in un bunker sotterraneo a temperatura tra i 20 e i 21 gradi e umidità controllati. Ovviamente anche sul web la consultazione delle opere dell’Apostolica sarà concessa a pochi privilegiati, ma la disponibilità della Santa Sede a condividere in formato digitale la sua raccolta ha comunque un valore emblematico, il piccolo passo di un cammino tutto da compiersi.
Andrea Camillo