Bisfenolo, comportamenti aggressivi nelle bambine. L’esposizione al bisfenolo durante la gravidanza potrebbe provocare disturbi emotivi e comportamentali nel nascituro, in particolare nelle bambine. Lo sostiene uno studio condotto dai ricercatori della Harvard School of Public Health, i quali hanno scoperto che il prodotto chimico (usato per realizzare contenitori in plastica) è associato a problemi comportamentali dall’età di 3 anni. Come si legge sul sito “Pediatrics”, le bambine nate da madri che avevano alti livelli di bisfenolo A nelle urine durante la gravidanza, presentano problemi di ansia, depressione e iperattività, manifestano un comportamento aggressivo e hanno uno scarso controllo emotivo.
La ricerca. La ricerca è stata condotta su 244 madri e i rispettivi bambini, dalla nascita fino all’età di tre anni. I ricercatori hanno esaminato l’esposizione del feto al bisfenolo durante le varie fasi della gravidanza, prelevando alle madri dei campioni di urina – nello specifico, alla 16ma, 26ma settimana di gravidanza e poi alla nascita del bambino. Sono state rilevate tracce di bisfenolo nel 96 % dei nascituri e si sono manifestati comportamenti tendenzialmente ansiosi ed aggressivi nelle bambine. I figli maschi, invece, sembrerebbero immuni da qualsiasi effetto. Il bisfenolo A, conosciuto anche come BPA, è stato definito da diversi studi come potenzialmente cancerogeno e tossico. Seppure sia stato bandito poco tempo fa dall’uso nella produzione di biberon è possibile trovarlo in numerosi prodotti con cui ogni giorno siamo a contatto: collanti, bottiglie di plastica e contenitori, rivestimento interno di alcune lattine, otturazioni dentali e perfino negli scontrini.
Adriana Ruggeri