Si è tenuta ieri, presso il Tribunale di Taranto, la sesta udienza preliminare per l’omicidio di Sarah Scazzi, la ragazzina di Avetrana uccisa il 26 agosto 2010.
Le dichiarazioni di Cosima – Una seduta blindatissima, durante la quale è stato addirittura vietato l’accesso ai giornalisti: il provvedimento, preso dal presidente del Tribunale Antonio Morelli, si sarebbe reso necessario a causa di una segnalazione del pm Pompeo Carriere, il quale ha contestato che, durante l’udienza precedente, sarebbero stati regitrati, furtivamente, immagini ed audio, trasmessi, poi, in alcuni programmi televisivi. In aula, Michele Misseri, indagato per soppressione di cadavere, che da mesi si autoaccusa di essere l’unico responsabile della morte di Sarah; con lui la figlia Sabrina e la moglie Cosima, che la pubblica accusa addita quali uniche assassine della ragazzina. Dopo le dichiarazioni spontanee rilasciate qualche giorno fa da Sabrina Misseri, ieri è stata la volta di Cosima Serrano che, in poco meno di trenta minuti, ha ribadito la propria innocenza. Cosima ha ricostruito quel tragico pomeriggio del 26 agosto, raccontando di essere tornata dal lavoro intorno alle 13.30, di aver mangiato qualcosa e di essersi messa a letto. Successivamente, avrebbe sentito Sabrina, che stava riposando, alzarsi dal letto, uscire dalla propria stanza e chiedere al padre se avesse visto Sarah. Cosima si sarebbe alzata solo quando Sabrina l’ha chiamata per dirle che Sarah non si trovava e di averle consigliato di recarsi dai carabinieri.
Il parere degli avvocati – «L’attendibilità dei testimoni dell’accusa si mette in discussione da sola» ha sottolineato nel pomeriggio nella sua arringa uno dei difensori di Cosima, l’avv. Franco De Jaco. «Questi testimoni – ha aggiunto – hanno rilasciato decine di interviste, hanno partecipato al bailamme indegno che c’è stato all’uscita dalla caserma e all’arresto della signora Serrano gridando e applaudendo, e già questo mina la loro credibilità. Di diverso avviso, invece, l’avvocato Nicodemo Gentile, legale della famiglia Scazzi: «Abbiamo ribadito con forza che quello di Sarah è un omicidio domestico, dove la famiglia è il grembo del crimine», ha dichiarato. «Esiste infatti – ha continuato – un patrimonio di informazioni, testimonianze e dati scientifici, di intercettazioni che ci dicono che purtroppo Sarah è entrata viva in quella casa e ne è uscita morta. Le persone coinvolte non dicono la verità, continuano a fare dichiarazioni spontanee che non chiariscono la loro posizione». Secondo Gentile, Sarah è stata vittima di una «tragedia famigliare gravissima» e pertanto «merita giustizia». Ma l’avvocato ha anche ribadito la propria convinzione che Sarah sarebbe stata uccisa nella villetta di via Deledda, sostenendo che l’ipotesi dell’omicidio in garage «è smentita da una pluralità di circostanze, ma soprattutto dal fatto che Sarah doveva andare al mare e non aveva senso entrare nel garage». Gentile ha inoltre asserito che il corpo di Sarah sarebbe stato trasportato dall’abitazione dei Misseri al garage sottostante attraverso una porta interna.
Francesca Theodosiu