Eriksson lascia – Ce lo ricordiamo così. Atteggiamento dignitoso ed eccessiva compostezza. Sven Goran Eriksson dice addio al Leicester, dopo un esonero amaro, mascherato da una risoluzione consensuale del contratto. Pollice alzato in segno di “ok” ai giornalisti e nessuna dichiarazione rilasciata. Solo un comunicato ufficiale: “Ho sempre creduto, e ancora credo, che il Leicester possa centrare la promozione. Il calcio è però diventato un’industria e noi evidentemente non abbiamo fatto abbastanza. Mi dispiace che sia finita così. Allenare il Leicester è stato un piacere. Ci tengo a ringraziare i giocatori: siete un gruppo fantastico e andrete benissimo. Voglio salutare anche staff e tutto il personale del Leicester. Mi avete trattato come un re. E ringrazio anche i tifosi per il loro sostegno. Mi dispiace non essere in panchina il giorno in cui il Leicester tornerà in Premier League”. Lascia dopo la sconfitta pesante per 0-3 contro il Millwall. Il Leicester è ora al tredicesimo posto in classifica con 19 punti, ma se avesse vinto sarebbe salito, paradossalmente, in piena zona playoff.
La carriera – Ennesima beffa quindi per un allenatore giramondo la cui carriera s’interrompe, per ora, con l’ultimo tonfo nella serie B inglese. I numeri però non vanno ignorati: 905 panchine tra squadre di club, ben 10 in tutta Europa, e nazionali (Inghilterra, Messico, Costa D’Avorio) con una percentuale di vittorie che dal 57,35% dei tempi della Lazio è scesa al 43,64% nell’ultimo periodo. E’ stato anche l’unico allenatore ad aver centrato in tre paesi diversi il double (scudetto e coppa nazionale), ma l’ultimo trofeo conquistato, dei 18 complessivi, risale però al 2000 quando vinse la Supercoppa italiana con la Lazio.
Gianluca Purgatorio