Roma – Nella lettera di Berlusconi emergono gli interventi chiave: età della vecchiaia alzata nel 2026 per uomini e donne; 5 miliardi attesi da cessioni del patrimonio pubblico. Mobilità coattiva nel pubblico impiego. L’Unione Europea: “Bene, adesso serve ambizioso calendario delle riforme“. I sindacati: “Ennesimo attacco ai più deboli, pronti a mobilitazione“.
Il contenuto della lettera – La lettera del premier è arrivata a Bruxelles nella giornata di ieri, e contiene tutti gli interventi che il governo intende mettere in campo per fronteggiare la crisi, come più volte richiesto dall’Europa.
Alcune delle misure contenute nella bozza di intenti, riguardano la possibilità per le aziende, a partire da maggio del 2012, di licenziare personale a causa di situazioni di crisi economica, l’innalzamento a 67 anni dell’età della pensione, la mobilità coattiva nel pubblico impiego, liberalizzazioni.
Ma non solo: entro il 30 novembre verrà messo in atto un piano per le dismissioni del patrimonio pubblico, che dovrebbero fruttare alle casse dello stato circa 5 miliardi; entro il 31 gennaio 2012 via libera alla delega fiscale.
Entro il 15 novembre sarà messo in atto il piano di crescita.
La reazione dell’Ue – Gli intenti del governo raccolgono il plauso dell’Europa, ovviamente a patto che si passi subito alle riforme, ovvero all’attuazione di tutti gli interventi descritti nella lettera.
“Se non rispetteremo gli impegni presi non saremo più credibili“, è stato il commento di Berlusconi, “manterremo gli impegni anche questa volta. Non abbiamo introdotto misure così negative come quelle in Grecia, dove ci sono stati licenziamenti e tagli agli stipendi pubblici. Da noi nulla di tutto questo“.
“Si, siamo soddisfatti“: ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy parlando delle misure presentate dall’Italia. “È quello che serve. Ora aspettiamo la loro realizzazione“.
Le reazioni in Italia – I contenuti della lettera scatenano opposizioni e sindacati: “Procedendo così non si farà mai una riforma, ma si attaccheranno solo le persone più deboli”, è il commento del leader della Cisl, Raffaele Bonanni, “reagiremo subito perché non siamo d’accordo e perché su queste misure non c’è stata alcuna discussione“.
“Orrende anticipazioni sulla lettera del governo all’Ue“, è invece il commento del Pd: “Se il fulcro di una fantomatica manovra fatta di annunci e di compromessi pasticciati tra partiti di governo non più in grado di gestire la situazione è la libertà di licenziamento e la pensione a 67 anni per uomini e donne, siamo alla frutta. Questo governo dimostra di voler colpire sempre dalla stessa parte: i lavoratori, i pensionati e i ceti più deboli“.
La risposta del governo all’Europa è “deludente” secondo il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. “E’ stato convocato un cdm poi disdetto perché non in grado di assumere decisioni. Ora c’è una lettera che è stata cambiata fino all’ultimo momento che è assai deludente. Quindi siamo preoccupati. La lettera alla Ue sembra il libro dei sogni“, ha aggiunto il leader dell’Udc.
Preoccupato anche Antonio Di Pietro, secondo il quale “così si rischia lo scontro sociale”. Chi siede al governo non vuole la pace ma lo scontro sociale, per questo è estremamente necessario che chi ha responsabilità istituzionali faccia finire la legislatura prima che lo scontro sociale aumenti. Di certo non si può fermare la disperazione con la repressione“.
“A giudicare dalle indiscrezioni di stampa che trapelano, lo spirito riformatore del governo si traduce in una ennesimo attacco sui licenziamenti, sul lavoro precario, sulle pensioni e che colpiscono in particolare le donne e il Mezzogiorno”, è il commento di Susanna Camusso.
Matteo Oliviero