Yara, a Mapello apre Il Continente: da luogo del mistero a tempio del consumismo

In una storia che pare essere ancora ben lontana dal giungere a una fine – se con quest’ultima si intende il momento in cui il giallo verrà risolto, l’assassino catturato e la giustizia fatta – di tempo e spazio per riflettere sulle coincidenze e le stranezze, di una vicenda che a distanza di undici mesi continua a essere, e lo sarà per sempre in fondo, un’allegoria dell’inaccettabile, ce n’è molto.
E bisogna ammettere che il caso di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra rapita e uccisa sul finire del novembre dello scorso anno, le coincidenze non si contano più.
Su tutte quella della data: Yara venne rapita il 26 novembre e il suo corpo ritrovato il 26 di febbraio. Un numero di certo sfortunato per la vittima e la sua famiglia, una cifra pari al doppio degli anni che la ragazzina aveva il giorno in cui qualcuno l’attese fuori dalla palestra così da lei in genere tanto frequentata, per via della ginnastica ritmica, ma che quel pomeriggio non avrebbe dovuto accoglierla perché Yara andò nella struttura sportiva al posto della sorella.

Il centro commerciale – Due giorni fa, il 26 ottobre, a Mapello – il luogo conosciuto dai più per aver ospitato il cantiere del mistero quello in cui i cani molecolari fiutarono il passaggio di Yara, lo stesso in cui lavorava Mohamed Fikri, il marocchino accusato e poi rilasciato, e quello da cui potrebbero provenire le polveri presenti sul cadavere della vittima – è stato inaugurato il centro commerciale ‘Il Continente‘.
Quello che era un cantiere, che per settimane si credette potesse essere diventato anche il macabro ‘cimitero‘ dei Yara – si ricordi l’uso del georadar da parte degli investigatori -, adesso è diventato l’ennesimo tempio del consumismo: un luogo dove riunirsi, spendere, mangiare, comprare, essere consumatori, dimenticarsi di tutto il resto.
Anche di Yara?

Simone Olivelli