Le indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio, la ragazzina di Brembate uccisa il 26 novembre 2010, potrebbero finalmente essere arrivate ad una svolta. A divulgare l’incoraggiante notizia, l’inviato della trasmissione ‘Quarto Grado’ Giorgio Sturlese Tosi, secondo il quale l’assassino di Yara «potrebbe avere le ore contate». Benché il giornalista mantenga un atteggiamento cauto riguardo a questa indiscrezione, ha dichiarato pure di averla ricevuta da «fonti autorevoli e qualificate», pertanto, piuttosto attendibili. «Non c’è ancora la certezza di un arresto imminente – ha commentato l’inviato – ma, per la prima volta dopo mesi, nell’ambiente investigativo si respira finalmente un’aria di forte ottimismo».
Decisiva la comparazione del dna – Dopo tre mesi esatti di ricerche, il 26 febbraio 2011, il corpo della piccola Yara era stato ritrovato, casualmente da un avventore, in un campo di Chignolo d’Isola, a circa 10 chilometri dall’abitazione di Brembate in cui viveva con i genitori. Benché fossero evidenti i segni di violenza ed i tagli sul corpo della ragazzina, il medico legale che aveva effettuato l’autopsia non ebbe dubbi: Yara era morta per il freddo. Circa un anno di indagini, centinaia di dna prelevati agli abitanti del piccolo paese in provincia di Bergamo e delle zone limitrofe, potrebbero avere, finalmente, condotto gli inquirenti a risolvere il caso. «Al momento – ha aggiunto il giornalista televisivo- non è dato sapere se gli investigatori abbiano già identificato il sospetto o i sospetti assassini di Yara. È certo, però, che questa clamorosa svolta nelle indagini sulla morte di Yara, è il frutto dell’enorme lavoro di comparazione tra il dna dell’assassino prelevato sugli slip di Yara e i profili biologici prelevati alla popolazione». Qualche giorno fa, era trapelata l’indiscrezione secondo cui i sospetti degli inquirenti si fossero concentrati su tre persone, tutte presenti, la sera della scomparsa della ragazzina, nel cantiere di Mapello, il luogo in cui i cani molecolari, impiegati per le ricerche, avevano fiutato le tracce di Yara, oggi sede di un grande centro commerciale. A questo punto delle indagini, non resta che scoprire se avessero ragione i cani molecolari i quali, in qualche modo, avevano rintracciato l’assassino di Yara all’interno del cantiere, o quanti avevano screditato l’attendibilità del loro sottile fiuto.
Francesca Theodosiu