Sacconi teme per l’incolumità – “Non è tanto per la mia incolumità che mi preoccupo, perché io sono protetto, ma ho paura che tutta questa violenza verbale sulla questione dei licenziamenti, possa diventare di nuovo violenza fisica e sfociare nello stesso terrorismo che aveva portato all’omicidio Biagi“. Così Sacconi esprime la sua preoccupazione ai microfoni di Sky Tg24, aggiungendo che sulla questione si è creato un grande equivoco in quanto il termine che la caratterizza, licenziamenti facili appunto, è totalmente fuori luogo.
Tuteliamo anche le imprese – Secondo l’opinione del ministro del Welfare, la questione è osservata da un punto di vista sbagliato perché ci si mette solo nei panni del lavoratore, non valutando il fatto che se le imprese sanno di poter aggiustare il tiro per far rendere al meglio la loro azienda anche attraverso la possibilità di lasciare a casa dipendenti non ritenuti idonei al ruolo che rivestono, potrebbero sentirsi più incoraggiate a fare dei passi avanti assumendo personale con maggiore facilità e questo contribuirebbe a far muovere di più il mercato del lavoro da un lato, e a spingere il lavoratore a dare il meglio all’interno di un’azienda sapendo che è valutato in base alle sue effettive capacità. E questo ci allineerebbe con tutto il resto del mondo dove il mercato del lavoro è già improntato alla meritocrazia.
Dichiarazioni preoccupanti – Così accoglie la Camusso le dichiarazioni del ministro Sacconi, aggiungendo che ventilare la possibilità di ritorno del terrorismo rischia solo di evocarlo e aumentare le possibilità che si verifichi, mentre per Bersani il ministro dovrebbe rivedere la questione licenziamenti e cercare di rimediare alla spaccatura che ha creato nel mondo del lavoro sostenendo quella causa.
Marta Lock