Non si candida alle primarie – Per ora non è interessato ad una poltrona diversa da quella di sindaco di Firenze, questo è il chiaro messaggio che emerge dal meeting di tre giorni svoltosi alla stazione Leopolda, ma non ha certo risparmiato commenti e critiche su tutti i maggiori esponenti del partito a cui appartiene, nè tantomemo a quelli delle forze alleate. Gli attacchi maggiori sono stati indirizzati al segretario del Pd, Bersani, con il quale ha iniziato un botta e risposta senza esclusione di colpi.
Renzi mette ko Bersani – Il primo attacco è stato indirizzato proprio al segretario del partito, accusandolo di non lasciare agli elettori la possibilità di effettuare dei cambiamenti, e che pur continuando a cambiare denominazione, le persone ai vertici sono sempre le stesse, invitandolo quindi a “rottamarsi” e “rottamare” i reduci per lasciare spazio alla nuova generazione che potrebbe fare per gli elettori molto di più di quanto fatto finora. Bersani a sua volta ribatte che non sta certo a lui decidere chi deve essere “rottamato” e che semplificare tutte le questioni come è abitudine del primo cittadino di Firenze serve solo a buttare fumo negli occhi alle persone inducendole a credere che esistano facili risoluzioni quando non è affatto così.
Le soluzioni ci sono ma il partito è vecchio – L’ultimo colpo lo spara Renzi, che si è distaccato dalla visione del partito su molte questioni, compreso quello sulle pensioni e sulla patrimoniale, ribatte che le tesi sostenute dall’attuale Pd sono decisamente superate e poco calate nella realtà dei tempi . Le primarie dovrebbero essere un modo per ribaltare i partiti se non hanno lavorato per l’interesse degli elettori come avrebbero dovuto, non una maniera per rimescolare le carte in tavola e far rimanere tutti al loro posto cambiando solo “l’ordine dei fattori”.
Marta Lock