Un governo “svalutato” a livello internazionale, che occorre rimpiazzare con una squadra più nutrita e credibile. E’ questo l’auspicio del presidente della Camera, Gianfranco Fini, che in un’intervista a Il Messaggero, ha oggi scandito: “Purtroppo c’è una ormai dichiarata sfiducia nei nostri confronti. Colpa delle troppe promesse non mantenute”.
La sfiducia internazionale – “Mi spiace dirlo perché è pur sempre il governo del mio Paese, ma non c’è ombra di dubbio che la credibilità internazionale dell’esecutivo sia molto bassa“. Il leader di Fli, Gianfranco Fini, non ha usato giri di parole per denunciare – dalle colonne de Il Messaggero – le “basse quotazioni” del governo guidato da Silvio Berlusconi. “Non c’è sfiducia nei confronti del sistema-Italia – ha precisato Fini – tanto che da più parti si mette in evidenza il ruolo delle istituzioni, con riferimento esplicito al capo dello Stato, e le potenzialità che la nostra economia ha di ripresa. Non siamo certo la Grecia, abbiamo dei fondamentali molto più competitivi. Purtroppo – ha rimarcato il presidente della Camera – c’è una ormai dichiarata sfiducia nei confronti di chi regge le sorti del governo“.
Contro la clava dei licenziamenti – E sugli annunciati interventi sui cosiddetti licenziamenti facili: “Non è vero che l’Ue ci impone qualcosa – ha spiegato Fini – Ci chiede solo di riorganizzare il mercato dell’occupazione. Non avendo fatto nulla prima, ora si pensa di recuperare il tempo perduto agendo con la clava invece che attraverso quel doveroso confronto con le parti sociali che su un tema come questo è l’unica garanzia per evitare l’autunno caldo e lo scontro”. Quanto all’allarme lanciato ieri dal ministro Sacconi su un possibile ritorno al terrorismo civile: “Se Sacconi non ha qualche elemento più concreto – ha tagliato corto il numero uno di Montecitorio – le sue parole sono gravi e spero che nei prossimi giorni spieghi meglio il suo pensiero”.
Stranezze dal Belpaese – Categorico anche il suo commento sulle tante “anomalie” italiane: “Non era mai accaduto ad alcuno – ha precisato Gianfranco Fini – di essere espulso dal partito che aveva contribuito a fondare, e non era mai accaduto che ci fosse un contrasto quotidiano tra il presidente del Consiglio e altri organismi costituzionali, a partire dalla magistratura sfiorando financo il Quirinale. C’è una situazione a dir poco anomala e non credo che il ruolo politico che fuori dall’Aula ha il presidente della Camera – si è difeso il leader di Fli- sia la più grave delle anomalie in questo momento”.
Berlusconi ostinato – Interpellato, infine, sul futuro politico del Paese: “Le dico che cosa auspico – ha risposto il presidente della Camera – un nuovo esecutivo, con una maggioranza che inevitabilmente deve essere composta da chi ha vinto le elezioni con un altro presidente del Consiglio, allargata a tutti coloro che condividono quelle due o tre riforme indifferibili. Allo stesso tempo – ha aggiunto Fini – le dico che questa ipotesi, che sarebbe la più ragionevole e la più utile per l’interesse nazionale, ha scarsissime probabilità di avverarsi per l’ostinazione di Berlusconi a rimanere a palazzo Chigi. Quindi delle due l’una: o il governo continua a galleggiare fino al 2013 – ha concluso il presidente della Camera – o si vota a primavera”.
Maria Saporito