107 voti a favore – Con questi numeri la Palestina è stata accettata come membro dell‘Unesco, l’organizzazione mondiale legata all’Onu che si occupa di cultura, educazione e scienza. Francia, Cina e quasi tutti i paesi dell’America latina, oltre a quasi tutto il mondo arabo, hanno votato a favore, ma la mozione è stata fortemente ostacolata e criticata da Stati Uniti e Israele. L’ingresso dello stato palestinese nell’organizzazione mondiale andrebbe contro due leggi degli anni 90 che vieterebbero il finanziamento di qualsiasi organizzazione Onu che accetti la Palestina. Tant’è che prima del voto gli Usa avevano minacciato il taglio dei finanziamenti, duro colpo all’organizzazione in quanto ne costituiscono il 22% del totale.
Mozione controproducente – Così hanno definito la decisione presa dall’Unesco sia la portavoce del Dipartimento di Stato Usa Noland, sia il sottosegretario all’educazione Kanter, che minacciano di appellarsi alla legislazione esistente, mentre tra le fila israeliane si minaccia di fermare ogni possibile trattativa di pace con il paese confinante. Gli Stati Uniti erano rimasti, per propria volontà, fuori dall’organizzazione mondiale per molti anni adducendo come motivazione la distanza tra loro politica estera e gli obiettivi dell’Unesco, ma nel 2003 avevano deciso di rientrarvi.
Gli astenuti – L’Italia è tra i paesi che hanno scelto di astenersi dal voto a seguito del vano tentativo di trovare una linea comune tra tutti i paesi membri Ue, azione risultata impossibile viste le posizioni opposte di Francia e Germania, una a favore e l’altra contro l’ingresso della Palestina, oltre a ritenere prematura una decisione del genere quando si stanno ancora facendo tentativi per trovare un accordo di pace con Israele.
Marta Lock