Nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Melania Rea, la ventinovenne trovata cadavere a Ripe di Civitella il 20 aprile scorso, è stato ascoltato nella giornata di ieri il pubblico ministero Paolo Ferraro, il magistrato sospeso a giugno dal Consiglio superiore della magistratura per infermità mentale, in seguito a un’indagine che quest’ultimo aveva condotto in via privata sulla presunta esistenza di una setta esoterica, dedita tra l’altro anche a rituali richiamanti il satanismo, all’interno della cittadella militare della Cecchignola, a Roma.
L’audizione di Ferraro non giunge a caso. Il magistrato infatti, successivamente alla diffusione della notizia dell’assassinio di Melania, sostenne di ricordare di aver incrociato nel mese di marzo una donna molto simile alla vittima all’interno della Procura di Roma, in un orario e in circostanze in cui non erano previsto l’accesso al pubblico.
Ferraro non ha mai detto di essere certo che quella donna fosse la moglie del caporalmaggiore Salvatore Parolisi, tuttavia i contenuti delle indagini che il pm ha condotto – e che di per sé proiettano un’ombra molto inquietante sul mondo militare – e le ipotesi, avanzate a loro tempo dal gip di Teramo Giovanni Cirillo, circa l’esistenza di un segreto indicibile scoperto dalla donna, hanno reso necessario il colloquio.
Materiale indiziario – Nelle mani dei pm titolari dell’inchiesta, Davide Rosati e Greta Aloisi, è giunta la documentazione che Ferraro ha raccolto tra la fine del 2008 e il 2009: file audio e ricostruzioni cartacee di ciò che sarebbe accaduto nella residenza dell’ex moglie di un ufficiale dell’esercito, all’epoca dei fatti compagna del pm romano.
Il magistrato avrebbe individuato l’esistenza di pratiche che si sarebbero rivelate correlate a quelle previste nello sviluppo del progetto MK-Ultra e del progetto Monarch: nati negli anni della Guerra Fredda, i suddetti studi puntarono sul controllo della personalità e sulla possibilità di creare scissioni di quest’ultima. Nelle indagini di Ferraro, che dal Csm non è stato creduto nonostante due perizie private dichiarino il suo perfetto stato di salute, vi è spazio anche per l’esoterismo: in quella palazzina della Cecchignola, i rituali avrebbero attinto a piene mani dal mondo dell’occulto e del satanismo.
Tracce di satanismo che potrebbero essere comparse anche all’interno di uno degli interrogatori a cui venne sottoposto Salvatore Parolisi: il caporalmaggiore, al momento unico indagato per l’omicidio, dichiarò che all’interno della caserma Clementi di Ascoli Piceno avvenivano strani rituali, accennando alla volta in cui vide una ragazza legata al letto con attorno numerose candele accese.
Simone Olivelli