Presentato oggi il CPI 2011 – L’organizzazione non governativa Trasparency International presenta oggi a Berlino il CPI 2011, ossia il corruption perception index annuale, che è basato sui dati raccolti da 13 organismi internazionali tra i quali la Banca mondiale, banche africane ed asiatiche per lo sviluppo ed il forum economico internazionale. L’indice definisce il livello di corruzione percepito dalla popolazione dei 182 Paesi presi in esame, utilizzando una scala che va da 0 (massima corruzione percepita) a 10.
Italia, fanalino di coda dell’UE – L’Italia mantiene lo stesso posizionamento dello scorso anno: un 69esimo posto tutt’altro che invidiabile che la rende il quartultimo Paese dell’Eurozona, primo solo a Grecia (80esimo posto), Romania e Bulgaria. Per la precisione, i punteggi che il CIP 2011 conferisce ad Italia e Grecia sono molto simili e corrispondono rispettivamente ad un indice di 3,9 e 3,4. Al vertice della classifica troviamo i Paesi più virtuosi che sono Nuova Zelanda (9,5), Danimarca, Finlandia, Svezia e Singapore mentre Somalia e Corea del Nord condividono il 182esimo ed ultimo posto con un indice di corruzione pari a 1,0. Sfogliando i risultati, ci si rende conto di come circa due terzi dei Paesi presi in esame abbiano un punteggio inferiore a 5, ossia un alto indice di corruzione percepita, e di come il rating di molti Paesi arabi sia inferiore a 4.
La necessità di una nuova governance – L’ong ritiene che le difficoltà economiche dell’Unione Europea sono “in parte legate all’incapacità dei poteri pubblici di combattere la corruzione e l’evasione fiscale, fra le cause principali della crisi” e la conseguenza di tutto questo è un livello di corruzione all’interno dell’UE che pesa per 120 miliardi di euro all’anno finendo per sottrarre risorse ad altri fondamentali settori come l’istruzione o la sanità. Hugette Labelle, presidente dell’organizzazione, ha dichiarato: “Quest anno abbiamo visto come la corruzione sia stata al centro di diverse proteste, sia nell’Europa colpita dalla crisi che nel Nord Africa pronto ad iniziare una nuova stagione politica – ed ha concluso – che sia in Europa o nel mondo arabo i dirigenti devono valutare l’esigenza di una migliore governance”.
Irene Lorenzini