Un altro monaco buddista ha deciso di immolarsi, dandosi fuoco, in nome della liberazione del Tibet dall’oppressione cinese. La notizia è stata divulgata dal gruppo per i diritti civili International Campaign for Tibet, che a sua volta ha ripreso le indiscrezioni provenienti da fonti vicine agli esuli tibetani.
Con quello di oggi sale a dodici il numero di religiosi, sia monaci che suore, che nell’ultimo anno hanno deciso di darsi fuoco come segno di estrema protesta. Nella metà dei casi, ne è stata registrata la morte.
Il monaco che oggi si è fatto avvolgere dalle fiamme è stato invece salvato e trasportato in ospedale. Il suo nome è Tenzin Phuntsog e l’episodio è avvenuto nella prefettura di Changdu, sull’altipiano dell’Himalaya.
Il Dalai Lama – Nessun commento ufficiale da parte del governo cinese, unico destinatario delle tragiche forme di protesta. Nelle scorse settimane, tuttavia, il portavoce del ministero degli esteri di Pechino Hong Lei aveva accusato il Dalai Lama di non impegnarsi a stigmatizzare i gesti dei monaci e delle suore, favorendone così questi suicidi, di certo ‘immotivati’ se visti nell’ottica cinese.
In quel caso, il Dalai Lama, che da decenni vive in esilio in India, dichiarò che la reale causa di queste immolazioni è il genocidio culturale perpetrato dalla Cina nei confronti del Tibet e dei suoi abitanti.
Simone Olivelli