Prove insufficienti – Secondo la Corte d’assise, composta da due giudici di professione e sei giudici popolari, non esistono prove che dimostrino, oltre ogni ragionevole dubbio, la colpevolezza di Stasi nell’omicidio della ex fidanzata Chiara Poggi. Il verdetto conferma quello di due anni fa, emesso dal giudice per l’udienza preliminare Stefano Vitelli, che aveva ritenuto le prove prodotte insufficienti a condannare il ragazzo.
Il pm Laura Barbaini – Aveva tentato in ogni modo di convincere la giuria che non poteva esistere un altro colpevole del delitto, evidenziando come l’ora errata nella macchina fotografica dei carabinieri avesse collocato in un orario errato il momento della morte, aveva indicato l’arma del delitto, un martello mai trovato, aveva evidenziato l’inspiegabilità delle scarpe da tennis senza neanche una macchia di sangue totalmente incongruenti con la scena del delitto, e infine aveva trovato il movente. Il litigio tra i due fidanzati dovuto alla insana passione di Stasi per la pornografia e per il sesso vitruale testimoniato dai filmati sequestrati sul suo pc.
L’assassino rimarrà impunito – La giuria non si è lasciata influenzare nella sua decisione: non è stata prodotta la prova inequivocabile della colpevolezza di Stasi, perciò il ragazzo non può essere condannato. Questa seconda assoluzione fa ripiombare l’omicidio Poggi nel mistero, lasciando di fatto un assassino, chiunque e ovunque sia, impunito, oltre una famiglia nella disperazione di non poter arrivare mai alla verità sulla morte della figlia.
Marta Lock