Il presidente della Siria Bashar al-Assad continua a rilasciare interviste ai media occidentali, contribuendo ad accrescere lo stupore attorno alla sua persona.
Assad ha dichiarato di non sentirsi responsabile di alcuna repressione violenta, per il semplice fatto che in Siria non ci sarebbe stata alcuna rivolta partita dal popolo, ma soltanto le azioni compiute da gruppi pagati da stati stranieri con l’obiettivo di sabotare gli equilibri politici di Damasco.
Per il presidente siriano, i numeri forniti dall’Onu – più di 4.000 morti, di cui almeno trecento bambini – non sono attendibili e comunque riguarderebbero per larga parte esponenti dell’esercito.
Sensi di colpa? – Nel corso di un’intervista rilasciata a Barbara Walters, giornalista della tv statunitense Abc, Assad parlando dell’azione dei militari ha dichiarato: “Gli agenti di sicurezza non sono le mie forze, sono truppe militari che appartengono al governo e non a me. Io sono il presidente, non possiedo il Paese“.
Poi parlando delle stime fornite dalle Nazioni Unite, il presidente si chiede: “Chi ha detto che l’Onu sia un’istituzione credibile? Noi non uccidiamo la nostra gente, nessun governo al mondo uccide il suo popolo a meno che non sia guidato da un pazzo. L’unica cosa che un presidente teme è la perdita di appoggio da parte del popolo. In mancanza di quello, non si può mantenere la posizione, la Siria è un Paese difficile da governare senza il supporto pubblico”.
Per Assad, infine, ci sono soltanto dispiaceri ma non sensi di colpa: “Ho fatto il possibile per proteggere le persone, non puoi sentirti colpevole quando fai del tuo meglio. Non puoi sentirti colpevole se non ammazzi le persone, ti dispiace per le vite andate perdute, ma non ti puoi sentire colpevole“.
Simone Olivelli