Sorpasso in vetta – C’è un nome nuovo in cima alla lista delle preferenze dei repubblicani statunitensi: si tratta di Newt Gingrich, partito in sordina nella lunghissima corsa alle primarie di gennaio e ora, stando a diversi sondaggi, pronto a scalzare candidati partiti con molte più pretese.
Gingrich, ex speaker della Camera negli anni ’90, ed ex professore di Storia, dai sondaggi risulta quattro punti avanti a quello che fino a pochi giorni fa sembrava il favorito assoluto, l’ex governatore del Massachusets Mitt Romney, ora considerato troppo liberale, addirittura un “simil-Obama”.
Il sostegno della stampa – In particolare, Gingrich sembra aver messo a segno un colpo fondamentale guadagnandosi l’appoggio dell’Union Leader, la testata giornalistica ad impronta conservatrice che già nel 2008 aveva sostenuto la candidatura di John McCain, che poi avrebbe vinto le primarie.
Obama ha definito le linee politiche di Romney e Gingrich “molto simili”, ma quest’ultimo piace di più perché è più vicino all’identikit del buon conservatore repubblicano: a sfavore dell’aborto, a sfavore dei matrimoni gay. Una sola pecca potrebbe fargli perdere più di un consenso: la sua proposta di una red card per gli immigrati illegali che risiedono da tempo negli Stati Uniti, una sorta di visto che permetterebbe di rimanere legalmente nel Paese. Un eccesso di democrazia che potrebbe costargli caro, in un Partito Repubblicano oggi più che mai alla ricerca di una figura forte da cui ripartire.
Damiano Cristoforoni