Il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, appare sempre più orientato a “prendere il largo” dalla grande coalizione che sostiene il governo in Parlamento. Sulla questione dei tagli agli stipendi dei parlamentari – su cui i politici hanno di fatto posto un’ipoteca, “scippando” all’esecutivo la possibilità di intervenire in tempi strettissimi – l’ex pm è intervenuto a gamba tesa: “Bisogna introdurre un emendamento al decreto Monti”, ha detto. E a Pier Luigi Bersani, che ha più volte ripreso Di Pietro per i toni poco diplomatici usati negli ultimi giorni, ha inviato un messaggio che sembra prefigurare lo strappo definitivo.
Di Pietro e i tagli ai parlamentari – “Bisogna introdurre un emendamento al decreto Monti per ridurre gli emolumenti di deputati e senatori”. Ne è convinto il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, che ieri – intervenendo alla trasmissione Porta a Porta – ha detto la sua sulla presunta “blindatura” posta dai parlamentari ai tagli che riguardano i loro compensi. “Sarebbe un metodo più sicuro – ha sottolineato l’ex togato – perché garantirebbe i tagli in pochi giorni”. Non solo: “Quello di non decurtare gli stipendi dei parlamentari prima che la manovra venisse varata – ha osservato il numero uno dell’Idv – è stato un errore della politica”. Un’occasione mancata “per dare il buon esempio agli italiani sui quali è piovuta la mazzata del governo”.
La puntura a Bersani – Ma l’ex pm di Mani Pulite ha reagito anche ai continui “rimproveri” scanditi da Pier Luigi Bersani negli ultimi giorni. L’occasione gliel’ha fornita la questione relativa all’asta delle frequenze tv (“regalate” a Rai e Mediaset) che l’esecutivo non ha ancora bandito. “Bersani anche stamattina – ha scritto ieri Di Pietro sulla sua bacheca Facebook – si è lamentato perché ho definito ‘frutto dell’inciucio‘ il fatto che il governo Monti non abbia intenzione di far svolgere l’asta sulle frequenze televisive, accettando così il veto di Berlusconi. Se non gli piace il termine ‘inciucio’ – ha continuato – lo chiami anche ‘Giuseppa’, ma di fatto se non è un accordo è un ricatto. Piuttosto che soffermarsi sui termini e offendersi – ha affondato il leader dell’Idv – Bersani dica se condivide l’arrendevolezza di Monti o se contesta l’episodio ed è disposto a una battaglia comune in Parlamento”.
Maria Saporito