Stipendi dei parlamentari: A decidere saranno le Camere, non il governo

La polemica sugli stipendi – I politici Italiano, quelli che stanno decidendo sui sacrifici che il popolo dovrà fare, sono i più pagati d’Europa. Questa la motivazione alla base della bufera politica che si è scatenata dopo la proposta di riduzione degli stipendi dei parlamentari. La spinosa questione sugli stipendi sarà decisa dalle Camere e non dal governo.
Dovranno essere Camera e Senato a decidere sui tagli eventuali degli stipendi di deputati e senatori portandoli alla media europea.
Questo è previsto dall’emendamento del governo alla manovra.
Il testo originale del decreto infatti, stabiliva che doveva essere il governo ad adeguare gli stipendi dei parlamentari, magari con un decreto ad hoc.
L’emendamento attuale invece prevede che “il Parlamento e il governo, ciascuno nell’ambito delle proprie attribuzioni, assumono immediate iniziative idonee a conseguire gli obiettivi“.

Le altre modifiche – Ulteriori emendamenti sono stati presentati per modificare l’attuale manovra. Il primo riguarda l’abolizione delle province, che slitta al 31 marzo 2013 mentre slitta dal 30 aprile al 31 dicembre 2012 il termine entro il quale le funzioni delle province dovranno essere trasferite ai Comuni o alle Regioni.
Non solo, slittano che le liberalizzazioni sui taxi: “Il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea viene escluso dall’ambito di applicazione dalle misure di liberalizzazione delle attività economiche previste dall’articolo 34 della manovra”, riporta un altro emendamento presentato dal governo.
Anche la “mobilità urbana collegata a stazioni, aeroporti e porti nonché le infrastrutture e reti stradali e autostradali vengono sottoposti alla vigilanza dell’Autorità, è quanto riporta un altro emendamento alla manovra economica salva Italia.

Matteo Oliviero