Manette scattate all’alba –Maxi operazione condotta alle prime luci dell’alba dalla squadra antimafia del carabinieri del comando provinciale di Palermo. A finire in manette sono state 22 persone appartenenti ai mandamenti mafiosi di Porta Nuova e Begheria, accusate di associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni, al traffico di droga e alle rapine; altre 6 persone hanno ricevuto la notifica di custodia cautelare in carcere perché già detenute per reati di mafia.
Gli affari di Cosa Nostra – L’inchiesta ribattezzata “Operazione Pedro” è stata avviata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo oltre 15 mesi fa con lo scopo di individuare ed impedire le attività illecite condotte dalle due cosche. Durante le indagini, gli agenti hanno raccolto una grande quantità di intercettazioni audio e video dalle quali si è potuto evincere come Cosa Nostra nutra nuovo interesse per il mercato del narcotraffico e sia particolarmente interessata a mettere le mani sulle attività imprenditoriali locali alle quali verrebbe imposto il pagamento del pizzo con metodi particolarmente aggressivi. Al fine delle indagini si sono rivelate utilissime anche tutte le testimonianze fornite da chi del pizzo era vittima e ha deciso di dire basta, collaborando con le autorità.
Cosche decapitate – Tra i tanti arrestati figurano in modo particolare un investigatore-talpa che forniva informazioni sulle indagini ai mafiosi e i nuovi capi dei due mandamenti di Porta Nuova e Begheria. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, i boss avrebbero intrattenuto rapporti d’affari con i membri dei clan palermitani di Pagliarelli, Brancaccio, Noce e Tommaso Natale.
Irene Lorenzini