Con 495 sì e 88 no, il governo ottiene la fiducia del Parlamento. A votare contro sono stati i 26 deputati della Lega e i 22 dell’Idv, ma anche negli altri partiti si sono registrate “defezioni” significative. All’appello mancavano ben 23 pidiellini, mentre alcuni di loro, come Alessandra Mussolini e Giorgio Stracquadanio, pur essendo presenti in Aula, hanno scelto di votare no.
Fiducia in picchiata – Una cosa è certa: il governo Monti ha già subito una manovra di arresto sul fronte del gradimento parlamentare. La prima fiducia accordata a novembre aveva, infatti, premiato la squadra di Mario Monti con 556 voti a favore, che oggi si sono assottigliati fermandosi a quota 495. A dire no alla fiducia sono stati i leghisti e i dipietristi, ma a pesare sono state anche le numerosissime assenze registrate in ogni angolo dell’emiciclo. Ventitrè i pidiellini non presenti in Aula – tra loro anche gli ex ministri Tremonti, Romani, Brambilla – tre i finiani: Carmelo Briguglio, Giulia Bongiorno e Mirko Tremaglia.
Assenti ed astenuti – Non solo: anche Gianclaudio Bressa e Francesca Cilluffo del Pd hanno scelto di non presentarsi in Transatlantico, mentre nel Gruppo Misto hanno lasciato lo scranno vuoto Aurelio Misiti, Luciano Sardelli, Antonio Gaglione, Beppe Giulietti, Francesco Stagno d’Alcontres. Assenti anche Domenico Scilipoti e Maria Grazia Siliquini di Popolo e Territorio e Riccardo Antonio Merlo dell’Udc. Quattro, infine, gli astenuti, tutti del partito di Pier Luigi Bersani: Deborah Bergamini, Giulio Marini, Giuseppe Moles e Giuseppina Castiello
Maria Saporito