L’industria automobilistica giapponese crede nella ripresa

Dimenticare lo tsunami e mettersi alle spalle la crisi nucleare. Sembra questo l’imperativo dell’industria automobilistica giapponese, che al Tokyo Motor Show evidenzia la sua voglia di rilancio alla fine di un anno drammatico in cui ha perso quote nel mercato mondiale soprattutto perchè è stata costretta a limitare la produzione.

Terremoto e tsunami avevano interrotto la delicata catena manifatturiera, così come le recenti alluvioni in Thailandia hanno sconvolto la principale base produttiva all’estero della Corporate Japan. In estate la carenza di energia elettrica ha imposto all’industria turnazioni inedite: lavoro nel week end e sospensioni infrasettimanali. In Borsa i titoli del settore sono precipitati, anche perchè il superyen penalizza la redditività. Eppure al Tokyo Big Sight non si percepisce alcun segno di crisi: trionfa ancora una volta l’orgoglio tecno-manifatturiero, con una rinnovata enfasi proprio sul mercato interno che dà segni di forte risveglio.

La crisi energetica interna post-Fukushima diventa un’occasione d’oro per convincere i consumatori a rinnovare il parco auto. Ecco allora che un posto d’onore hanno le vetture elettriche che possono diventare una fonte di energia alternativa per l’intera casa; così come i modelli ecologici di ogni tipo vengono presentati assieme a contesti futuribili che integrano mobilità e comunicazione.