La Siria come la Libia? E’ questo uno degli scenari che gli esperti non si sentono di escludere per il futuro prossimo dello stato arabo. Le proteste che da nove mesi vanno avanti, nonostante la repressione attuata dal regime del presidente Bashar al-Assad abbia portato all’uccisione di più di cinquemila persone, hanno portato il Paese sull’orlo della guerra civile. Per quanto il governo siriano si ostini a dichiararsi vittima di un complotto internazionale ideato con l’obiettivo di favorire la sua caduta, è ormai innegabile che una larga parte della popolazione è dichiaratamente ostile alle politiche di Assad. Il modo con cui quest’ultimo ha deciso di ‘relazionarsi’ con le proteste ha fatto poi sì che le speranze di una riconciliazione tra le opposte fazioni siano oramai un miraggio.
E’ in tale ottica, dunque, che bisogna leggere la decisione da parte della Russia di proporre una bozza di risoluzione che verrà discussa dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite.
Nel documento Mosca fa presente la necessità di condannare, in egual misura, le violenze compiute sia dalle forze di sicurezza leali ad Assad che dai ‘ribelli’. La Russia inoltre auspica che il conflitto interno possa essere risolto tramite vie diplomatiche e, a tal proposito, esclude categoricamente la possibilità di intervenire militarmente dall’esterno. Nella proposta si sollecita, infatti, la Lega Araba a farsi da intermediario tra le parti, senza con questo diventare il mezzo per attuare pressioni unilaterali sul governo siriano.
Rischi – A commentare la posizione della Russia è stato Vladimir Sotnikov, esperto del Centro di Sicurezza Internazionale dell’ Istituto per l’economia presso l’Accademia di scienze russa. Sotnikov, come riportato da La Voce della Russia, ha dichiarato: “Attualmente intorno alla Siria si è creata una situazione che può sfociare realmente in un secondo scenario libico. Di fatto si può parlare di una fomentazione della tensione: le autorità siriane non hanno un’altra via d’uscita se non quella di farsi trascinare. Mosca sta tentando di prevenire lo sviluppo negativo della situazione. In considerazione dell’esperienza libica, le autorità russe ora hanno assunto una posizione indipendente e ponderata“.
Disponibilità a metà – Da parte degli Stati Uniti – uno dei paesi più intransigenti nei confronti di ciò che sta accadendo in Siria – giungono parole di parziale soddisfazione per il proposito russo. Il segretario di stato americano, Hilary Clinton, ha detto: “Speriamo che potremo lavorare alla bozza insieme ai russi che almeno per la prima volta hanno cominciato a riconoscere che il problema relativo alla situazione in Siria deve essere esaminato dal Consiglio di Sicurezza. Non concordiamo con l’approccio della Russia ma speriamo in un dialogo costruttivo“.
Simone Olivelli