Nelle mani dei sequestratori per quattro mesi – Appena liberato, due giorni fa, era stato trattenuto a Roma per essere interrogato dai carabinieri dei Ros sulla prigionia in Sudan. Il procuratore aveva infatti aperto un fascicolo ipotizzando il rapimento a scopo di terrorismo. Azzarà, operatore di Emergency, ha raccontato di essere stato spostato più volte durante la sua prigionia, e che, seppur in alcuni casi si siano verificate situazioni particolari, nel complesso è stato trattato bene.
Oggi il rientro in Calabria – Ieri finalmente il rientro a casa, pulito e perfettamente rasato, come da suo primo desiderio appena atterrato a Ciampino, dove era sbarcato con una lunga barba e visibilmente provato dai lunghi mesi di prigionia. Ad accoglierlo all’aeroporto di Reggio Calabria, ha trovato i suoi genitori, tutti i suoi parenti e una folla festante di abitanti del paesino nel quale vive con la sua famiglia, Motta San Giovanni.
La madre commossa nel riabbracciarlo – Oltre alla commozione per rivedere suo figlio sano e salvo, e alla felicità di poterlo riavere in casa proprio per il Natale, la mamma ha ringraziato il presidente della Repubblica e gli uomini della Farnesina, che si sono sempre tenuti in stretto contatto, aggiornandoli su ogni evoluzione della vicenda e rassicurandoli sull’esito positivo che avrebbe avuto.
Marta Lock