21 dicembre: come imparare a ridere della fine del mondo

All’interno dell’essere umano riescono a convivere enormi contraddizioni. Ci sono persone che non riescono ad immaginare alcuna prospettiva ultraterrena per sé e per i propri simili ma che inchiodano con la macchina quando vedono passare un gatto nero perché “non si sa mai”, persone che prendono in giro chi ha un Dio da pregare e poi leggono gli oroscopi sul giornale: la contraddittorietà non è, decisamente, una delle prerogative peculiari dell’essere umano, e non è detto che ciò sia un male. “Mi contraddico? Certo che mi contraddico! Sono grande, contengo moltitudini.”, scriveva Walt Whitman nella poesia “Canto di me stesso”.

I maya e la fine del mondo – Oggi è il ventuno dicembre. Da qualche anno circola una diceria quasi profetica attorno a tale data. Pare che in questo giorno, il prossimo anno, accadrà qualcosa di importante per il nostro pianeta, qualcosa che influenzerà radicalmente l’esistenza spirituale degli esseri umani. Chi l’ha detto? I maya, meravigliosa civiltà di nativi americani che noi evolutissimi europei abbiamo sterminato pur di imporre la nostra cultura ed intascare le loro ricchezze. Pare che a distanza di cinquecento anni dalla scoperta di quel popolo di architetti, astrologi e matematici, gli europei abbiano deciso di fare del terrorismo psicologico manipolando proprio delle tesi risalenti alla cultura maya. Ma come? Non eravamo così superiori da poterci permettere di affossare le civiltà precolombiane per imporre loro i prodigi del nostro ingegno? Se fino a cinquecento anni fa ci piaceva giocare a fare i padri eterni con quei popoli, ora che ci siamo stancati delle nostre sempreverdi superstizioni abbiamo deciso di trasformare in una sorta di fisima profetica la fine di un ciclo del calendario maya. Saggissimo.

Cosa accadrà il 21 dicembre 2012? – Il ventuno dicembre del 2012, con ogni probabilità, non accadrà un bel niente. Chi lo dice, a parte il sacrosanto buonsenso di molti individui felicemente raziocinanti? Gli astronomi, i geofisici e molti studiosi della cultura maya. Allora per quale motivo ci si ostina con tanta caparbietà ad attendere la fantomatica fine del mondo? Perché dei gruppi di persone, per lo più seguaci di correnti di pensiero New Age, hanno pensato bene di interpretare a proprio modo un’iscrizione presente su un monumento facente parte di un ben preciso sito archeologico. Da quell’iscrizione a Tortuguero è stata ricavata la celebre data, che viene associata a Bolon Yokte, divinità il cui operato ha a che fare con la creazione e con la guerra. Nonostante siano pervenuti anche dei reperti che testimoniano il fatto che i maya stessi facessero “progetti” che andavano oltre il fatidico ventuno dicembre del 2012, in molti continuano a fidarsi più dei sensazionalismi di qualche filosofia poco affidabile piuttosto che dei vari esperti del settore (oltre che dei maya stessi).

Ridere della fine del mondo – Come imparare a ridere della fine del mondo e delle varie profezie bislacche intorno al ventuno dicembre? Se siete credenti, ridete del fatto che state aspettando l’arrivo di una divinità appartenente ad una religione diversa dalla vostra. Se siete atei e credete in tali voci, probabilmente dovreste rivedere il vostro punto di vista: in tal caso, più che ridere della fine del mondo, potreste imparare la sottile arte dell’autoironia ed iniziare a ridere della vostra incoerenza. Siete agnostici? Sospendete il giudizio non solo di fronte alle varie credenze religiose che avete attorno, ma anche davanti a tale pseudo-profezia. Fate parte di una minoranza di individui che credono nella religione maya? Provate ad avere fiducia nei vostri antenati spirituali: se sono arrivate fino a noi delle tavolette che riportano date posteriori al duemiladodici, è chiaro che nell’apocalittica fine del mondo del ventuno dicembre, non credevano nemmeno loro.

Martina Cesaretti