Inter-Lecce 4-1 – Buon Natale, Inter. I nerazzurri travolgono 4-1 il Lecce di Serse Cosmi e conquistano il quarto successo consecutivo, consolidano il quinto posto in classifica e possono guardare con tanta fiducia al futuro. Una prova davvero convincente, con quattro pali colpiti in 10 minuti subito dopo il vantaggio salentino, prima del gol del pari e della ripresa, poi, dilagante. La sosta sarà utile per far rifiatare giocatori stanchi (vedi Thiago Motta) e recuperare infortunati importanti (Stankovic e Sneijder). Per il Lecce, invece, c’è tanto da lavorare: la fase difensiva è totalmente da rivedere. E Cosmi chiede interventi sul mercato.
Lampo Muriel, risposta Pazzini – La partita inizia su ritmi blandi, con il Lecce bravo a ripartire con efficacia. E, su una palla persa da Thiago Motta, Muriel entra in area e batte Julio Cesar con un bel destro sul primo palo. E’ il vantaggio del Lecce che, però, dà la carica all’Inter: i nerazzurri colpiscono 4 legni in 10 minuti: Forlan il primo e l’ultimo, sbattono ad un passo dal gol anche Pazzini e Samuel. Nel mezzo, una conclusione di capitan Zanetti che fa la barba alla traversa. Ma pochi istanti dopo, il “Pazzo” si avventa su un cross di Maicon e sigla il pareggio che sa di rottura di un incantesimo. Il primo tempo continua con l’Inter che attacca ma non riesce a mettere a segno il gol del vantaggio.
Nerazzurri dilaganti – La ripresa si apre con Cambiasso e Milito al posto di Faraoni e Forlan (per quest’ultimo staffetta programmata). Il Lecce potrebbe pungere con un contropiede concluso malamente da Piatti in zona fotografi. Al 48′, Milito imbeccato da uno strepitoso Alvarez, non sbaglia a tu per tu con Gabrieli e porta l’Inter avanti. I nerazzurri giocano sul velluto, il Lecce ha due buone chance con Corvia che le spreca malamente. Nagatomo fa il bello e il cattivo tempo sulla fascia sinistra e serve i palloni decisivi prima a Cambiasso per il 3-1 e poi ad Alvarez per il gol che chiude i conti sul 4-1. L’Inter c’è e dà risposte positive. La rincorsa continua. A Lecce è notte fonda.
Edoardo Cozza